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Lo sciame meteorico delle Geminidi attraversa l’Italia raggiungendo il picco nella seconda parte della notte ma qualcosa potrà essere visibile anche nelle notti successive.

Strisce luminose di colore giallognolo, visibili in buona parte della volta celeste, attraverseranno il cielo a Nord-Ovest della Cintura di Orione.

Lo splendore delle Geminidi sarà massimo nella seconda parte della notte, dopo che la luna sarà tramontata.

“Una pioggia di meteore – afferma l’astrofisico Gianluca Masi – si verifica quando la Terra passa in prossimità dell’incrocio tra la sua orbita e quella del corpo progenitore dello sciame, tuffandosi così nella nube di polveri seminata da quest’ultimo lungo il proprio percorso intorno al sole”.

A cadere infatti non sono le stelle ma le briciole dell’oggetto progenitore: i grani di polvere, penetrando a gran velocità nell’atmosfera terrestre, bruciano per attrito lasciando nel cielo le caratteristiche scie.

Differente è per le Geminidi che, ancora oggi, sono una delle due sole piogge note per essere generate da un asteroide privo delle polveri che rappresenta una delle materie originarie del fenomeno.

Lo sciame meteorico delle Geminidi prende il nome dal punto prospettico dal quale sembra scaturire: vicino la costellazione dei Gemelli.

È stato causato dall’oggetto spaziale Fetonte (3200 Phaethon), un asteroide scoperto nel 1983 e solo in seguito identificato come la causa.

L’orbita dell’asteroide intreccia periodicamente quelle dei pianeti Mercurio, Venere, Marte e della Terra.

Rispetto ai classici asteroidi, ha proprietà particolari e non è escluso che possa trattarsi di una cometa che ha perso buona parte del proprio ghiaccio lasciando esposta la sua parte rocciosa.

Diversi blog sostengono che per osservare lo sciame meteorico delle Geminidi è necessario allontanarsi dai grandi centri abitati e raggiungere zone dove il cielo notturno è più visibile.

Guardare il cielo è un atto di coraggio: uno scontro tra i nostri limiti e la straordinaria bellezza dell’infinito.

Valentina M. Di Salvo