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Un fatto davvero increscioso quello avvenuto nella notte di sabato, con l’aggressione ad un ragazzo spagnolo in una delle vie adiacenti la zona della vecchia pescheria, oggi condannato da più parti in città e soprattutto sui social. 

E proprio l’agorà virtuale di facebook si è trasformata in un terreno di dibattito contro la movida barcellonese, e soprattutto contro i locali presenti, che hanno ben poco da rimproverarsi contro alcuni ‘bulli del sabato era’ che si troverebbero in qualsiasi luogo.
In tale ottica nel pomeriggio è arrivata la voce di dissenso rispetto al gesto da parte proprie delle attività ‘incriminate’: “I locali tutti, dell’ “ex-Pescheria” di Barcellona Pozzo di Gotto, si dissociano e si indignano, per i comportamenti dei pochi incivili che con le loro azioni, – dichiarano attraverso un post comparso sulle rispettive pagine – cercano di rovinare quella che era nata nelle migliori delle intenzioni, come centro di aggregazione e svago, regalando eventi completamente gratuiti, con enormi sforzi economici e organizzativi per ravvivare una città dove per anni non vi era stato nulla di tutto ciò. Pertanto in futuro cercheremo di aumentare e implementare le misure di sicurezza che già da qualche tempo vengono adottate all’interno della strada, sottolineando che quello che è accaduto il sabato scorso poco ha che vedere con l’ex Pescheria visto che il tutto si è verificato in una zona limitrofa lontana da occhi indiscreti. Sperando che il messaggio venga recepito in maniera positiva, il nostro intento è principalmente quello di aumentare il senso civico in tutto e per tutto confidando nella stragrande maggioranza dei cittadini Barcellonesi che spesso impropriamente vengono additati con aggettivi poco carini e non è possibile che per pochi si debba perdere quanto di buono è stato portato avanti con sacrificio da noi piccoli imprenditori, cordialmente i locali dell’ “ex-Pescheria”.

Sul caso è arrivato anche la reazione da Palazzo Longano con la seconda commissione consiliare presieduta da Emanuele Bucolo, e composta da Daniela Ilacqua, Raffaella Campo,  Alessandro Nania,  Lucia Puliafito, Caterina Grasso e Carmelo Scilipoti che in una nota esprimono tutta la propria solidarietà al giovane ragazzo spagnolo che lo scorso sabato ha subito una brutale aggressione in pieno centro cittadino.
“È inquietante che la nostra città sia stata teatro di un episodio di siffatta violenza e confidiamo pienamente nel lavoro delle forze dell’ordine affinché rapidamente facciano luce sull’accaduto e assicurino alla giustizia i criminali autori di questo pestaggio.
Questo fatto riporta in auge la questione della sicurezza nel cuore della movida barcellonese che deve essere prioritaria per garantire a tutti di divertirsi in modo sereno e agli imprenditori di lavorare in tranquillità. Per questo affronteremo l’argomento con gli uffici competenti e ci assicureremo che l’amministrazione si coordini con le forze dell’ordine affinché ci sia un controllo più intenso del territorio.
L’altra questione che oggi diventa importante è quella relativa all’abuso di alcool e di sostanze proibite. La commissione ha lavorato a tal proposito ad una mozione affinché l’amministrazione avvii una campagna di sensibilizzazione volta ad aumentare la conoscenza e la consapevolezza soprattutto tra i giovani.
La nostra soliderietà va anche a tutto il team dell’ Eproject Consult di Barcellona P.G., che con i
progetti Erasmus avviati ha consentito a diversi giovani stranieri negli ultimi anni di conoscere la nostra città e trascorrere qui una edificante esperienza di vita più o meno lunga. Ci auguriamo che questo vergognoso episodio, che ha gettato discredito sul nostro comune, non mortifichi il lavoro di accoglienza di anni di esperienza sempre positiva”.

Da segnalare anche l’interessante intervento di Pietro Carbone, titolare del noto locale Perditempo, primo storico locale presente nella vecchia pescheria, e primo a scommettere sulla movida e sul divertimento nella zona. “Mi accodo ai miei colleghi nella condanna e ovviamente nell’indignazione di quanto successo, – scrive Carbone sul suo profilo FB – ma aggiungerei qualcosa. Intanto che condanno, mi indigno e mi dissocio non in quanto proprietario di locale ma come Barcellonese. Perché trovo stupido e strumentale colpevolizzare le attività della via Longo per ciò che è successo. Non è la musica e neanche l’alcol a far accadere un fatto tanto grave, ma è Barcellona Pozzo di Gotto il problema, non sono nate ora le risse qui, non sono nati adesso con la vita notturna i balordi che non avendo strumenti cognitivi usano la forza per affermarsi e non sarà certo tornando al coprifuoco di qualche anno fa che spariranno, anzi. Ci vuole uno sforzo di tutti, noi gestori possiamo fare il nostro, la presenza più costante delle forze dell’ordine è di certo necessaria, ma sopratutto noi come comunità possiamo smettere di girarci dall’altro lato e cominciare a denunciare le cose che non vanno, e non parlo solo delle risse tra ragazzi.
Concludo chiedendo scusa in quanto barcellonese al ragazzo spagnolo colpito, a Nino Pietrini e tutti i ragazzi e dipendenti della EProjectConsult, spero che un episodio per quanto grave come questo non intacchi il lavoro enorme che fate per questa città”.

Infine riceviamo in serata, e pubblichiamo anche l’analisi e le proposte del nostro lettore, l’avv. Rino Nania: “La violenza sempre e comunque mette i brividi, siano vittime donne, giovani o chiunque altro. L’episodio del ragazzo spagnolo che è rimasto inerme preda di soggetti deviati accentua lo stato di gravità raggiunta da una condizione giovanile fatta di alcol e noia, di distrazioni senza perché e indifferenza amorale. Certo un’altra storia va avviata ed a Barcellona Pozzo di Gotto può favorirsi un altro impegno per gli organi amministrativi, i corpi di Polizia e Carabinieri, che insieme alle associazioni culturali ed imprenditoriali affinché si sviluppino soluzioni per garantire la pubblica sicurezza e la maturazione di una sensibilità che sia capace di costruirsi anticorpi di civiltà. L’Ex-PEscheria in via Longo può divenire un laboratorio ove sperimentare nuovi linguaggi utili a mobilitare il ‘tanto’ di buono esistente in città che non può rimanere ostaggio di violenza e devianze, di insicurezze diffuse e inaridimento morale. Quei luoghi devono tornare all’idea originaria mediante cui anche lì, come concepito e programmato dai tempi del ‘sistema culturale locale’ durante l’Amministrazione Nania (2001/2012), bisogna incentivare iniziative culturali in cui l’animazione si affini promuovendo e mettendo in opera arte con allestimenti e strategie d’installazione di successo, con un mix unico di creatività, design e tecnologia, presentazione di libri affinché si possa sorridere e riflettere”.