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A Palazzo Longano si va verso un Piano di riequilibrio per sanare la difficile situazione debitoria che ammonta a più di 12 milioni di euro.

Tutto questo dopo la procedura di verifica negli ultimi tre anni da parte della Corte dei Conti, con i giudici che dopo le attività di verifica sono giunti al deferimento del Comune alla Procura, per comprendere soprattutto le cause alle omissioni delle procedure di controllo della spesa.  Così in in città e nel dibattito politico, negli ultimi giorni, dopo la rottura tra Dr e amministrazione e un consiglio comunale convocato per il 26 che si preannuncia ‘infuocato’, all’odg l’aumento delle tariffe dei rifiuti, tiene banco  l’attuale situazione finanziaria del Comune.

Sulla questione, dalla sua prospettiva il sindaco Roberto Materia ha voluto fare il quadro dello ‘status quo’ dell’ente, al fine di chiarire alcuni passaggi ai cittadini e rispondere alle accuse mosse dall’opposizione.

“Periodicamente i “soloni” di turno, alla prima occasione utile, tornano ad incalzare sulla questione della situazione finanziaria del Comune, – si legge in una nota – chiaramente per attribuirne l’integrale responsabilità alla Giunta Materia.
A sentire certe esercitazioni verbali di oggi viene quasi il dubbio che Materia amministri Barcellona Pozzo di Gotto da quattro, cinque o più lustri e dunque che il debito del Comune l’abbia prodotto la Giunta in carica!
Sulla questione, in verità, ho avuto modo di intervenire in diverse precedenti occasioni, ma evidentemente non è stato sufficiente, ovvero non ho saputo riferire con la necessaria chiarezza.
Comunque sia, l’occasione del dibattito di oggi è data dalla recente ordinanza della Corte dei Conti in merito al rendiconto 2015 e al bilancio 2016-2018.
Ebbene, vorrei dire “nulla di nuovo sotto il sole”, posto che i rilievi della Corte sono essenzialmente analoghi a quelli formulati – sempre dalla Corte – per i rendiconti e i bilanci degli esercizi precedenti, intendo dire – per non essere frainteso – per i conti relativi agli anni in cui Materia non era sindaco del Comune.
La stessa questione che riguarda la mancata attivazione del sistema dei controlli interni risale ad anni precedenti, sebbene soltanto oggi la Corte abbia disposto in merito: sulla questione, in ogni caso, questa Amministrazione aveva disposto in passato e ha disposto ancor oggi nei confronti del Segretario Generale e dei Dirigenti.
Dunque, l’Amministrazione Materia come la “fonte dei mali” del Comune, così vorrebbe indicarla qualcuno.
La verità invece, come dicevo prima, sta altrove, in epoche più lontane e ciò è stato chiaramente affermato in tempi non sospetti (nessuno se ne è accorto) guarda caso da Roberto Materia: per rendersi conto di ciò basta consultare la “Relazione d’inizio mandato” (di Roberto Materia) pubblicata sul portale del Comune a fine 2015 per leggervi, nelle conclusioni, di una emergente situazione di criticità economico-finanziaria!
Nella relazione affermavo, poi, che alla luce di alcune iniziative attuate o attuabili per il contenimento di tali criticità risultava opportuno rinviare a momento successivo “… le determinazioni conclusive in ordine alla sussistenza o meno di una condizione strutturale di squilibrio finanziario tale da richiedere l’avvio delle procedure di equilibrio …”
Che la vicenda fosse antica lo dimostrano anche le misure adottate dalla precedente Amministrazione, la quale ha fatto ricorso a consistenti anticipazioni di liquidità ai sensi del D.L. n. 35/2013 (oltre cinque milioni di euro!) nel tentativo di ridurre in qualche modo la grande massa debitoria accumulata ed avviato la procedura per affidare ad un’impresa specializzata l’azione di supporto agli uffici per il potenziamento dell’attività di accertamento dei tributi.

E c’era la questione dei crediti non riscossi – oltre 15.000.000 di euro – per canoni del servizio idrico e tassa rifiuti!
E Materia – a dispetto di quanto si vorrebbe far comprendere – non ha trascurato di muoversi lungo un percorso di risanamento, tutt’altro!
Infatti:
• tra il 2015 e il 2017 ha dovuto ripianare oltre dieci milioni di euro di debiti fuori bilancio per sentenze esecutive (€ 7.784.360,67 nel 2015, € 1.445.883,01 2016 e € 1.300.000 ca. nel 2017) in buona parte finanziati col ricorso a mutui stipulati con la Cassa Depositi e Prestiti al fine di ridurne le refluenze sui conti a livelli compatibili con gli ordinari flussi finanziari,
• nel 2015 ha ottenuto un’ulteriore anticipazione di liquidità da Cassa Depositi e Prestiti, per € 1.904.000,00, sempre con l’obiettivo di allungare i tempi di rientro e di soddisfare i creditori,
• con la deliberazione della Giunta Municipale n. 71/2016, la quale prevede, come noto, la riduzione al minimo vitale delle forniture agli utenti non i regola con i pagamenti che non aderiscano al previsto piano di rateazione, ha introdotto il “distacco” delle utenze idriche morose,
• sono stati stipulati diversi piani di rientro con le Società fornitrici di energia e si è cercato di rientrare nell’offerta Consip da cui il Comune è stato estromesso in ragione delle morosità accumulate negli anni.
In ordine alla riscossione, inoltre, non è peregrino approfittare dell’occasione per rammentare, soprattutto ai tecnici del settore, che nelle procedure mediante ruolo il compito del Comune si ferma alla formazione dei ruoli medesimi che vengono periodicamente trasmessi al concessionario del servizio, al quale, poi, spettano i successivi adempimenti, per cui, se ritardi ci sono, essi vanno riferiti al concessionario, per intenderci a “Riscossione Sicilia”, piuttosto che al Comune: va da sé che Riscossione Sicilia è stata più volta sollecitata ad accelerare i tempi di riscossione coattiva.
In passato ho ricordato anche il fatto che l’entrata in vigore (nel 2015), del D.Lgs. n. 118/2011 – che ha introdotto nella gestione economica-finanziaria degli enti locali norme ben più rigorose di quelle precedenti – ha fatto emergere profili di criticità sino a quel momento latenti, a Barcellona Pozzo di Gotto come in tante altre realtà locali. Il riferimento è, in particolare, all’accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, il quale nel nostro bilancio impatta, sul versante dei costi, per € 2.245.468,22 per l’esercizio 2016, e per € 2.790.308,23 nel 2017.
La previsione del medesimo Fondo per il 2018 indica oltre 3.000.000 di euro.
Nel triennio 2015-2017, dunque, hanno gravato sul bilancio maggiori oneri per oltre 15.000.000 di euro; aggiungiamo, poi, ad aggravare la situazione, le continue e progressive riduzioni dei trasferimenti dello Stato e della Regione.
Sono queste le cause principali dei disavanzi e le autentiche ragioni delle difficoltà attuali e non quelle che taluni artatamente indicano ai cittadini!
Sono vicende, per diverso aspetto, che nel loro complessivo dipanarsi riguardano gran parte – circa due terzi – dei Comuni siciliani, tra i quali, soltanto per citarne alcuni più vicini e noti, Milazzo, Messina, Taormina, Catania, e potremmo proseguire oltre!
Vero è, infine, che questa Amministrazione ha inteso in questi anni trovare possibili percorsi di soluzione che non impattassero – o impattassero il meno possibile – sui cittadini e sulle vicende quotidiane, sul territorio e sulla comunità, senza, purtroppo, poter escludere l’ipotesi del piano di riequilibrio (ipotesi paventata, come ho evidenziato prima, già nel 2015).
L’interesse della Città esige invece un serio confronto politico, una dialettica istituzionale, anche serrata, nelle sedi proprie, un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, comprese le Forze Politiche, e non già proclami propalati per suscitare clamore mediatico utile soltanto a finalità di stampo elettoralistico, che ben poco hanno di “politico”.
A questa dialettica sarà chiamato il Consiglio Comunale, sede istituzionale del confronto politico, nel momento in cui verrà esaminato il percorso di riequilibrio”.