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Venerdì 8 marzo 2019 nei locali del Museo Didattico “Foscolo” di Piazza Convento, nel quartiere Sant’Antonino a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) si è tenuto un incontro con l’Avv. Maria Rita Ielasi. 

In occasione della “Giornata Internazionale della donna” e nell’ambito del Progetto “Pari opportunità”, coordinato dalla referente prof.ssa Giuseppa Crinò, gli alunni delle classi terze della Scuola Secondaria di 1° grado hanno incontrato l’Avv. Ielasi, Presidente della Associazione “CAMMINO”, che ha fatto con loro il punto sulla situazione lavorativa e sociale della donna in Italia. Ancora preoccupanti, infatti, i dati sull’occupazione femminile e sulla differente retribuzione in alcuni campi emersi anche nel nostro paese, appartenente all’area più avanzata del pianeta e a dispetto di una legislazione che in campo di parità parrebbe offrire alle donne tutele e garanzie di parità. La realtà purtroppo, come ha fatto notare ai ragazzi l’Avv. Ielasi, è ben lontana da un effettivo conseguimento dell’uguaglianza tra i generi e su ciò pesano sicuramente molto gli steretipi culturali e il livello di istruzione, in alcuni ambienti per le donne ancora più basso di quello maschile.

A fronte di esponenti del genere femminile che in tutti i campi, anche quelli dell’ambito scientifico, hanno raggiunto vette di eccellenza segnando la storia (come Margherita Huck o Rita Levi Montalcini o Samantha Cristoforetti…), molte donne ancora in Italia faticano a conciliare il ruolo di madri e di lavoratrici per l’assenza di strutture adeguate, come gli asili nido, o per la sussistenza di contratti capestro che illegalmente in certi ambienti del settore privato ancora impongono le “dimissioni” in caso di maternità. “La parità è ancora un traguardo non ancora raggiunto” è stata, quindi, la conclusione emersa dalle riflessioni e dal dibattito con gli alunni, ma la soluzione non può non passare attraverso un percorso di istruzione il più possibile significativo e un’educazione che miri all’eliminazione degli stereotipi di genere. Solo ciò potrà progressivamente mettere infatti le donne nella condizione di difendere i propri diritti in ogni situazione e renderle “libere di scegliere” la vita che desiderano senza imposizioni di nessun tipo: nè culturali, nè sociali, nè economiche.