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Il progetto sportivo, imprenditoriale e sociale della Nuova Cestistica Barcellona è costretto a fermarsi a seguito del rigetto da parte del Tribunale Federale che nella seduta odierna ha comunicato alle ore 16 via e-mail, del ricorso avverso al mancato nullaosta al trasferimento di sede del titolo di Serie B da Reggio Calabria a Barcellona Pozzo di Gotto, decretato dal Consiglio Federale il 13 luglio scorso per la morosità del Basket Barcellona di 780,00 euro alla luce dell’ Art. 148 previsto dal regolamento organizzativo.

Un rigetto che sancisce, almeno per questa stagione e c’è il rischio anche per i prossimi 3 anni, la fine del basket nella città del Longano. Sul provvedimento adottato dalla FIP, le motivazioni saranno rese note dalla Corte a 10-15 giorni da oggi, in pratica tra il 5 e 10 agosto.

In casa bianco-verde la delusione regna sovrana con coach Giovanni Perdichizzi che dichiara tutta la sua amarezza:”Sono rammaricato per l’esito di oggi che decreta la fine di un progetto a cui mi ero legato per amore della nostra città. Mi ero reso disponibile ad allenare in Serie B solo per Barcellona Pozzo di Gotto”.

Uno sconforto che si delinea anche dalle parole dell’amministratore unico, Aurelio Coppolino, che dal 2 giugno ad oggi ha cercato di dare tutto lottando tra mille insidie a partire dall’acquisizione del titolo, alle critiche di una frangia di tifosi agli scettici fino al mancato transfert, quando tutto sembra definirsi con assetti tecnici, contratti con giocatori acquisiti e nuovo staff marketing e comunicazione. Una campagna abbonamenti che doveva partire giorno 16 luglio, arriva la ‘mazzata’ per un cavillo burocratico che estromette la città del Longano dal panorama cestistico con il rigetto di oggi del tribunale federale.

“Ringrazio Giovanni Perdichizzi per avermi dato fiducia sin dal 2 di giugno, permettendomi di acquisire quel titolo di Serie B che dal 4 di luglio, per 21 giorni, – dichiara Coppolino – mi ha permesso di lottare con due soli obiettivi: garantire la continuità sportiva e tutelare il buon nome di Barcellona Pozzo di Gotto. A tal fine, comunico di essermi proposto poco fa al rappresentante degli ex tesserati del Basket Barcellona come unico garante nei loro confronti del saldo delle loro spettanze, prima della revoca dell’affiliazione al Basket Barcellona (31/12/2018) che decreterebbe, per tre anni, l’impossibilità di affiliare o trasferire società sportive con sede sociale in Barcellona Pozzo di Gotto. Come cittadino di Barcellona Pozzo di Gotto, mi scuso per il trattamento ricevuto dai Sigg. Friso, Consoli, D’Alessio, Grilli, Brunetti, Stefanini, Teghini, De Angelis, Gay, Pedrazzani, Efe, Caroldi, Sereni, Vandoni e Zivanovic. Barcellona Pozzo di Gotto, sebbene non sia riuscita – nemmeno stavolta – a dare dimostrazione di unità d’intenti, non si può permettere di vedere macchiato il nome suo e quello di 50.000 cittadini.

Ringrazio tutte le persone -continua il dirigente bianco-verde – che hanno speso tempo ed energie in questa vera e propria battaglia. Una battaglia persa per diversi motivi ed a causa di determinate persone che, oggi, non ho la forza di nominare nuovamente. Sono deluso ed amareggiato, sebbene sia internamente sereno per avere dato fondo a tutte le mie energie.

Lascio la città per la necessità di tutelare un titolo di Serie B che non può più attendere oltre. Fra circa 20 giorni i giocatori già contrattualizzati dovranno riunirsi, mentre dovranno crearsi contemporaneamente, ed in tempi estremamente contingentati, tutte quelle precondizioni organizzative necessarie per un campionato competitivo come è quello della Serie B.

Da domani penserò al futuro mio e di un titolo sportivo importante che oggi assume ancora maggiore peso. Confido solo nei valori ricevuti dalla mia famiglia. Debbo purtroppo manifestare apertamente che tale finale era stato da me messo in conto perché Barcellona Pozzo di Gotto non è mai riuscita a manifestare condivisione. Ne ha dato conferma oggi.

Oggi è un giorno triste per Barcellona Pozzo di Gotto. Spero si avrà la forza di guardare in faccia i limiti di una comunità che necessita di una sterzata decisa a 360 gradi e quindi non solo nello sport. Ho dato il massimo. Non è bastato”.