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Lei è Rosemary Calderone, giovane e brillante attrice siciliana, originaria di Santa Lucia del Mela in Provincia di Messina, classe 1986, approda nella cinematografia iniziando con dei cortometraggi d’autore per poi essere scritturata in opere filmiche di importante contenuto sociale e culturale!

Lo scorso anno va ricordato che il thriller denominato “La stanza rossa”, diretto da Luca Arcidiacono, le ha dato notorietà. Successivamente all’incontro con Arcidiacono, l’attrice messinese, ha avuto modo di lavorare con il regista Mattia Rinaldi nel film “Cinque minuti” dal genere drammatico, prodotto dalla “Voodoo Magic” in associazione con “La ricotta Produzioni”. Rosemary Calderone, ha studiato per diversi anni in modo articolato e complesso con lo “Studio Cinema” di Massimiliano Cardia ove all’interno ha avuto la fortuna di avere come insegnante il grande Giancarlo Giannini. A seguire ha preso lezioni anche dal noto regista statunitense Abel Ferrara, da Pupi Avati, da Pino Pellegrino, da Alexis Sweet (Regista di Squadra Mobile), da Giancarlo Scarchilli (sceneggiatore, regista e poeta). Questi i maestri che le hanno consentito di acquisire competenze dall’elevato contenuto artistico.

Rosemary Calderone crede in Dio?
Assolutamente Si!

Mi potrebbe descrivere questo suo rapporto con Dio?
È un rapporto di vero amore con Gesù, il quale ha sempre riempito la mia vita donandomi sicurezze, speranze e nel medesimo tempo anche certezze di poter andare avanti raggiungendo i miei obbiettivi. Lui è per me una presenza assidua, come quella del mio amato papà, che sovente mi accompagna e mi assiste dal cielo.

Oltre a questo immenso amore per Gesù, nutre anche una forte passione per il mondo del cinema. Ci puoi raccontare come è nata questa passione?
Un amore nato da ragazzina… Da bambina ho iniziato con la danza, diplomatami al Liceo Artistico di Barcellona Pozzo di Gotto, iniziai a partecipare a mostre con i miei quadri. Subito dopo la maturità mi iscrissi all’Accademia delle Belle Arti di Palermo, dove ho fatto stilismo anche se il mio vero desiderio era quello di fare l’architetto. Nel mio DNA c’era qualcosa che pulsava. Dopo aver visto il film Titanic (a 12 anni), si è palesato nettamente il mio destino: quello della recitazione.
Cos’è per lei l’arte?
È il motore della Vita!
In cosa è impegnata adesso?
Intanto devo dire che mi è stato assegnato il premio “Giulietta Masina”, dell’edizione 2018, del Belluno Film Festival. A breve inizierò le riprese come protagonista di “L’altra metà di me sei tu”, un film di Annarita Campo, che narra dell’amore tra due donne.
Come ha conosciuto la regista Annarita Campo?
L’ho conosciuta da fb e debbo dire che i social sono un ottimo strumento per conoscere persone e cose.
Cos’è l’omosessualità femminile per lei?
Penso che sia un’attrazione romantica ed erotica intensa nei confronti degli individui del medesimo sesso. In poche parole penso che sia qualcosa di naturale, di normale!
Cosa ne pensa dei transessuali?
Nel fattore specifico la questione si sposta sull’identità di genere e non più sull’orientamento sessuale. Quando parliamo di transessuali parliamo del rapporto che questi ultimi hanno con se stessi e dunque è ovvio che un persona che nasca con un corpo maschile e guardandosi allo specchio dovesse iniziare a provare grave disagio in quanto imprigionata in un corpo che non è corrispondente alla propria identità sessuale ciò, ovviamente, comporterà un grave disagio e pertanto questa persona andrebbe immediatamente aiutata e accompagnata in una scelta drastica e totalizzante e cioè quella di dover riattribuire un sesso anatomico corrispondente a quello psichico.

Con quest’ultima domanda abbiamo dato chiusura all’intervista al “superbo astro” del cinema italiano: Rosemary Calderone!!!

Salvatore Bucolo