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Il gruppo politico #Noicisiamo di Barcellona, ha espresso la propria preoccupazione per il senso di abbandono avvertito dai cittadini a causa dei disagi occorsi al Pronto soccorso di Milazzo, chiedendo urgenti risposte per i cittadini che si sentono abbandonati a se stessi. Disservizi che si consumano in attese interminabili prima di avere l’adeguata assistenza medica e questo anche se si tratta di codice rosso: è di ieri il caso di una signora con priorità da codice rosso che ha dovuto attendere per parecchie ore- dopo essere stata momentaneamente “sistemata” su una sedia a rotelle- le attenzioni e le cure necessarie. Ancora, si registrano attese di oltre dieci ore per sottoporsi a radiografia, con l’inevitabile stanchezza degli utenti che sono costretti a lasciare il presidio per ricorrere al servizio a pagamento. 

In una situazione del genere,  le responsabilità ricadono su personale medico e infermieristico che patiscono  la concezione di una pianta organica lacunosa, che lascia una mole impressionante di lavoro sulle spalle di pochi causando gravi disagi. Urge, dunque, in primo luogo cancellare la vecchia rete sanitaria così come disposta dal precedente governo regionale. Il gruppo #Noicisiamo  chiede al nuovo governo regionale, che l’estate scorsa ha già provveduto ad approvare le opportune  e necessarie correzioni, di accelerare il passo per quanto riguarda le risposte concrete circa la rete sanitaria dei bacini di Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo, le cui necessità non possono ricevere adeguata attenzione se si dispone di un unico Presidio di pronto soccorso e di un unico ospedale accessoriato.

Risultati immagini per Noicisiamo barcellona pozzo di gotto

 

Il gruppo barcellonese chiede che l’Assessorato regionale alla Salute garantisca il diritto alla salute dei cittadini con una risposta non a macchia di leopardo, ma finalmente uniforme in modo che il ricorso alle cure fuori regione, o agli esami a pagamento sia solo una estrema ratio per l’utenza e non una regola generale dettata da scelte politiche -giustificate spesso con l’esigenza di risparmiare nel servizio pubblico- che causano una gravissima lesione di un diritto fondamentale come quello alla salute.

Livia Di Vona