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La data si riferisce all’incidente verificatosi all’interno degli impianti della Raffineria di Milazzo in cui prese fuoco una delle cisterne bruciando per giorni centinaia di migliaia di litri di virgin nafta, materiale altamente tossico e pericoloso (a causa del rischio di esplosione) per l’intera comunità della Valle del Mela.

Oggi, a quattro anni di distanza, gli abitanti del territorio lottano in modo sempre più capillare ed organizzato contro lo sfruttamento, il sottosviluppo e il dolore provocati delle industrie, che tanta ricchezza estraggono ma che poco o nulla lasciano sul territorio, se non lavoro sempre più precario, malattia e devastazione.
Quella scritta sui muri, oggi, è la promessa che la Valle del Mela lotterà fino a quando sarà fatta giustizia e il futuro tornerà –strappato dalle mani di azionisti senza scrupoli- a essere determinato dai suoi abitanti.
Solo qualche mese fa la RAM riversava in mare decine di migliaia di litri di prodotto petrolifero, mentre dieci giorni da adesso una colonna di fumo nero si è alzata dalla torcia della RAM avvelenando le comunità della Valle del Mela.
Ancora una volta la comprensibile paura e la legittima rabbia della gente sono state derise dagli inaccettabili tentativi dei sindaci di San Filippo e Milazzo e dei dirigenti dell’Arpa stessa di minimizzare
l’accaduto, sostenendo l’assenza di un rischio di disastro ambientale. Ovviamente questi signori non hanno detto che la procedura di sicurezza, benché abbia evitato pericoli immediati, ha determinato la combustione degli idrocarburi in torcia rilasciando in atmosfera sostanze che negli anni si trasformeranno, come già accade, in madri, padri, sorelle e amici seppelliti al cimitero.
Il 12 ottobre 2018 inizierà il primo grande processo alla Raffineria di Milazzo, tra i pesanti capi d’accusa quello di disastro colposo, avendo devastato il territorio e le vite nella Valle del Mela.
Noi crediamo solo nell’impegno, dedizione e in tutte le azioni di lotta messe in campo dalle donne e dagli uomini della Valle del Mela che si organizzano nei movimenti, comitati ed associazioni. Pertanto, accanto a tutte le pratiche di lotta, tale processo, va seguito con tutta l’attenzione che il movimento e il popolo, informato e organizzato, sanno esercitare. Per questo invitiamo tutte e tutti a partecipare al presidio che si terrà di fronte al Tribunale di Barcellona il 12 ottobre prossimo.