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È proprio vero che in un attimo può cambiare tutto: questo è avvenuto alle 16.45 di ieri, mercoledì 3 luglio 2019 nell’isola di Stromboli, una delle sette Eolie in provincia di Messina. Improvvisamente turisti ed isolani sono passati da un sereno clima estivo vacanziero ad uno scenario di guerra, con una “fumata” di dimensioni mastodontiche rispetto all’isola stessa, a causa di una eruzione improvvisa ed impressionante del vulcano.

Immediatamente tramite i moderni social oltre che dalle agenzie di stampa sono rimbalzato le immagini ed i video che hanno dato a tutti notizia in tempo reale di ciò che stava accadendo. In serata era già chiaro il bilancio: una vittima, il giovane escursionista Massimo Imbesi, che in questi luoghi era a casa, avendo fatto tante foto, bellissimi video. Ironia della sorte che spesso si fa beffa di noi, lui che amava così tanto il vulcano è stato ucciso dallo stesso.

Oggi a Stromboli si torna alla normalità. Sono 98 le persone che hanno lasciato l’isola per la paura. E c’è addirittura chi, nella fretta, ha dimenticato i bagagli. L’emergenza è finita ma i vigili del fuoco sono ancora a lavoro per spegnere gli ultimi focolai generati dalla potenza dell’esplosione e dal lancio dei lapilli lavici incandescenti: dall’alba sono attivi due canadair. Nella notte ci sono state piccole scosse, avvertite dalla popolazione ma che non hanno creato danni. Un incendio di vaste dimensioni ha tenuto alta la tensione nonostante fosse lontano dalle abitazioni.

A Ginostra, la zona più colpita, ”non ci sono state evacuazioni – spiega  il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni – abbiamo messo a disposizione diversi mezzi per chi volesse allontanarsi volontariamente dalle isole. Per garantire la loro tranquillità più che per un reale pericolo per la loro incolumità”. Gli abitanti, rientrati dopo l’emergenza, da ore sono impegnati a spalare detriti. Dopo il black out di ieri, l’energia elettrica è stata ripristinata in metà del paese.

Rimarrà a presidiare la zona la motonave Helga, messa a disposizione dalla Caronte & Tourist Isole Minori dopo la richiesta di Giorgianni alla Regione Siciliana. Dovrà traghettare la popolazione in caso di una nuova eruzione. Si tratta comunque di una misura precauzionale. Naturalmente, come spiegano i vulcanologi, è impossibile prevedere nuovi eventi eccezionali. Le esplosioni come quella di ieri “sono fenomeni imprevedibili – ha spiegato il direttore dell’Osservatorio Etneo dell’Ingv, Eugenio Privitera – di conseguenza non si possono fare scenari”. Gli operatori temono in ogni caso pesanti ripercussioni sul turismo.

E’ stato recuperato e portato a Milazzo, dove viveva, il corpo di Massimo Imbesi, allievo ufficiale di coperta, 35 anni, morto ieri nell’esplosione dello Stromboli. Il medico legale stamattina ha eseguito l’ispezione cadaverica all’ospedale di Milazzo dove il corpo era stato trasportato dal momento che a Stromboli non era stato possibile effettuarla. Il magistrato ha disposto la restituzione della salma alla famiglia senza disporre ulteriori esami. Le cause del decesso ancora non sono state chiarite. Molto probabilmente il giovane escursionista è caduto durante la fuga per sfuggire alla pioggia di lapilli, rimanendo forse stordito anche dal fumo. Il giovane, amante della natura, stava facendo una passeggiata con un amico brasiliano coetaneo che è rimasto lievemente ferito e sotto choc per quanto accaduto.

«Un pensiero a Massimo Imbesi che ieri ha perso la vita a Stromboli e un abbraccio a i suoi cari. Nella notte sono rimasto in costante contatto con il Dipartimento della Protezione Civile per essere aggiornato sulla situazione. Ringrazio tutte le forze coinvolte nelle operazioni di soccorso e assistenza». Così su twitter il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

«Dopo l’eruzione abbiamo cercato riparo in una zona dove il fuoco era già passato e pensavamo non tornasse. Ma correndo tra pietre e lapilli siamo caduti a terra. Massimo respirava sempre più affannosamente. Ho provato a rianimarlo con la respirazione bocca a bocca e poi con il massaggio cardiaco, ma non c’era più niente da fare. Mi sono accorto che non respirava più». Lo racconta Thiago Takeuti, sopravvissuto ieri all’esplosione del vulcano a Stromboli, ripercorrendo gli ultimi momenti dell’amico.