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Si è conclusa con una decisione unanime da parte dei consiglieri di maggioranza ed opposizione l’adunanza pubblica svolta mercoledì sera nel plesso scolastico “G. Meli” che ha visto la partecipazione di moti cittadini e componenti di associazioni ambientaliste locali.

Ad aver fatto il punto su l’allarmante situazione che si potrebbe venire a creare nel vicinissimo comune di Mazzarà Sant’Andrea, dove si vorrebbero mettere in funzione tre impianti per la lavorazione dei rifiuti, il sindaco Maurizio Crimi insieme al suo vice, Salvatore Chiofalo, l’assessore Gioaccchino Messina e il capogruppo di opposizione Mario Foti. Questa volta tutti si sono trovati d’accordo sulla necessità di fermare qualsiasi altra attività nel sito dell’ex discarica e chiedere, per l’ennesima volta, la bonifica dell’invaso.

Con un documento che sintetizza l’assurda vicenda che ruota attorno alla famigerata discarica di contrada Zuppà, il consiglio comunale ha deciso di “affidare ad una società terza la progettazione dell’improcrastinabile messa in sicurezza e gestione post mortem del sito al fine di scongiurare un disastro ambientale dalle conseguenze incalcolabili, chiedendo alla Regione Sicilia di convocare d’urgenza un tavolo tecnico, in cui l’amministrazione comunale di Furnari, unitamente a quella di Terme Vigliatore, possa rappresentare la richiesta di messa in sicurezza della discarica ed opporsi all’approvazione di qualsivoglia progetto di riattivazione o nuova realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti. Il tutto affinché non si verifichi mai più che, per il profitto di pochi, vengano ancora una volta compromesse la salute e l’ambiente di un territorio che un tempo era noto per essere la culla del vivaismo e del turismo di qualità. Nel corso dell’adunanza pubblica l’assessore all’ambiente Gioacchino Messina ha espresso le sue perplessità sulle argomentazioni sostenute dal commissario liquidatore della società TirenoAmbiente Spa, l’onorevole Sonia Alfano, nel corso del consiglio comunale aperto tenutosi a Mazzarrà S. Andrea lo scorso 9 ottobre, quando la stessa aveva dichiarato di “fare tutto ciò che è legalmente possibile per riattivare le opere esistenti”, mentre nel 2014, in un’intervista, aveva definito giusta la battaglia contro la gestione della discarica definendola “un’opera interamente abusiva sotto il profilo urbanistico ed edificatorio, staticamente instabile e pericolosa ed inserita in un’area a rischio idrogeologico ed a distanza non regolare dal bacino idrico protetto nel quale si trovano i pozzi di approvvigionamento idrico del Comune di Furnari”.

Nell’occasione, la stessa Alfano aveva anche rilevato che le opere edilizie che insistono negli impianti “sono state realizzate in difformità allo strumento urbanistico del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea e, a quanto è dato conoscere, sono prive di concessione edificatoria”.

Molto critiche anche le considerazioni del capogruppo di opposizione, l’avvocato Mario Foti, che, ripercorrendo il quadro sconcertante emerso dall’informativa redatta dal NOE (Nucleo Operativo Ecologico) nel 2014, in occasione della chiusura e sequestro del’invaso, ha parlato delle illegalità e delle complicità poste in essere sulla pelle di chi risiede in questo territorio.

Secondo Foti: “nella vicenda che ha visto la realizzazione della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, sono state reiteratamente violate le leggi dello Stato Italiano e le Direttive Comunitarie in materia ambientale, mentre sono documentate ed inconfutabili le responsabilità amministrative e penali da parte dei vertici della società mista “TirrenoAmbiente s.p.a” che ha gestito l’invaso”. Nel documento presentato in consiglio comunale Foti sostiene che “la società “TirrenoAmbiente s.p.a”,che ha gestito l’invaso in modo illecito e criminale, come afferma il NOE dei Carabinieri – ha messo a rischio e compromesso le matrici ambientali e la popolazione di un territorio che ne pagherà nel tempo le conseguenze sotto l’aspetto della salute. Detta società ha lucrato profitti e lauti guadagni ed ancora non ha spiegato a nessuno dove sono andati a finire gli oltre 45 o 59 milioni di euro che dovevano essere accantonati per la messa in sicurezza della discarica nel suo post mortem. La medesima società oggi è tenuta ed è obbligata a mettere in sicurezza l’invaso, per espresse disposizione di legge: con gli oltre 45 0 59 milioni di euro che dovevano essere accantonati e che risultano dal bilancio 2013 approvato dal CDA, oppure con le polizze fideiussorie che dovevano essere attivate”.

La mozione di Foti si conclude con la proposta di “promuovere una specifica azione di responsabilità per danni procurati diretti e riflessi nelle competenti sedi giudiziarie (civili e penali) sia nei confronti della “TirrenoAmbiente spa”, società che ha gestito l’impianto di Mazzarrà Sant’Andrea e in via solidale unitamente e separatamente nei confronti di tutti coloro che nel corso degli anni si sono susseguiti nei vertici societari per essere chiamati a rispondere con i propri patrimoni ( ed anche con richiesta di sequestro cautelare), per la definitiva messa in sicurezza dell’intero invaso in questione ed al fine di salvaguardare il territorio di Furnari, le sue matrici ambientali ed idriche dai pericoli causati e derivanti dalla discarica di Mazzarrà S.Andrea”.

Pamela Arena

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