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Tra poche settimane e di preciso il 4 marzo 2018, saremo chiamati a recarci alle urne e questa volta avremo la possibilità di attribuire la nostra preferenza con il nuovo sistema elettorale, ribattezzato comunemente Rosatellum (che prende nome da Ettore Rosato – esponente politico del PD).

Un sistema misto in cui però la componente proporzionale è largamente prevalente su quella maggioritaria. La legge, infatti, prevede che alla Camera 232 seggi siano assegnati in collegi uninominali maggioritari (chi prende più voti vince il seggio) e 386 con voto di lista e riparto proporzionale. Al Senato i seggi in palio nei collegi uninominali maggioritari saranno 116, mentre 193 verranno attribuiti con metodo proporzionale sulla base dei voti di lista. Al computo vanno aggiunti 12 deputati e 6 senatori eletti all’estero. È prevista la possibilità di coalizioni tra partiti per competere nell’assegnazione dei seggi uninominali. I singoli partiti, comunque, anche se coalizzati, dovranno superare una soglia di sbarramento del 3% a livello nazionale, al di sotto della quale non si ha diritto a partecipare al riparto proporzionale. All’interno delle coalizioni, se un partito dovesse prendere più dell’1% ma senza raggiungere il 3%, i suoi voti verranno riversati sulle altre liste coalizzate che abbiano superato la soglia di sbarramento. Un sistema studiato per proteggere le poltrone di alcuni mestieranti della politica a discapito di altri e depauperare sovente la democrazia. Lo scenario che si prospetta per il 3 marzo non è dei migliori in quanto il “curriculum studiorum” di molti candidati rasenta statisticamente la grassa ignoranza, per non parlare poi di quello “vitae” e cioè lavorativo di questi ultimi, che li vede disoccupati o con esperienze lavorative che a tutto fanno pensare tranne che a “curriculum vitae” di gente affermata dal punto di vista professionale. Ergo mi chiedo: come potrà, la nostra “disgraziata” Italia, risollevarsi dalla gravosa crisi economica, culturale, sociale, occupazionale, con dei curriculum del genere? La nostra Nazione non necessiterebbe di uomini con una forte formazione tecnico-universitaria, di un serio impegno nel mondo del lavoro (esperienza pragmatica) e di un severo vissuto politico-amministrativo allo scopo di potere uscire dalla gravissima crisi in cui vige? Il 3 marzo 2018 si prospetta dotato di caratteristiche analoghe alle “idi di marzo” del 15 marzo del 44 a.C. e questa volta a perire non sarà Gaio Giulio Cesare ma noi italiani!

Salvatore Bucolo