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Arrestato dalla Polizia Emanuele Balsamo, di 37 anni che il 21 dicembre scorso, alle ore 6.45, aveva tentato di rapinare il bar Cucè di Provinciale.

I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Messina hanno ricostruito il fatto e sono riusciti a risalire al responsabile del reato dando esecuzione, nella giornata di ieri, all’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal Gip.

Lo svolgimento dei fatti: il messinese, armato di taglierino e camuffato aveva minacciato il proprietario del bar, pretendendo in consegna l’incasso. Al rifiuto, procedeva a colpirlo alla testa con un piatto in ceramica, provocandogli un trauma cranico con ferita lacero contusa. Tuttavia la vittima riusciva a metterlo in fuga.

Nell’immediato partivano le attività di indagine ad opera della Squadra Mobile della Questura di Messina; anche i poliziotti della Scientifica intervenivano per i rilievi del caso, riscontrando, lungo la strada percorsa per la fuga, macchie di sangue ragionevolmente riconducibili alle ferite riportate dall’aggressore a causa della colluttazione.

Le telecamere della videosorveglianza disseminate lungo la zona consentivano poi di riprenderlo a volto scoperto,  mentre con la macchina, una Smart di colore blu, si allontanava dall’obiettivo della tentata rapina. In seguito i controlli consentivano di identificare il veicolo che rientrava nella disponibilità di Emanuele Balsamo, rinvenendola nei pressi della sua abitazione. Nell’abitacolo della macchina erano presenti tracce di sangue, nonché un’irregolarità relativa alla luce abbagliante che già era stata rilevata durante la visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza.

Contestualmente al sequestro della macchina, gli agenti conducevano l’uomo, con una vistosa ferita  da taglio sulla fronte -lato sinistro- di cui non forniva alcuna spiegazione, presso gli uffici di polizia. Gli agenti procedevano inoltre alla perquisizione dell’abitazione, rinvenendo gli indumenti indossati dal Balsamo durante la commissione del reato a dicembre.

Questi i risultati delle investigazioni che sono stati riferiti alla Procura della Repubblica del Tribunale di Messina, la quale chiedeva, ottenendola, al Giudice per le indagini preliminari (Gip), l’ordinanza che disponeva l’applicazione della misura cautelare in carcere eseguita ieri.

Livia Di Vona