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Rapinatore seriale incastrato dalla Polizia di Stato.

I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Messina, in una corsa contro il tempo per identificare l’uomo che in una settimana ha messo a segno tre rapine, sono riusciti ad individuarlo.

Le rapine messe a segno risalgono, la prima allo scorso 31 gennaio, e a seguire  le altre, commesse il 4 ed il 6 febbraio ai danni di esercizi commerciali messinesi.

Immediate le indagini dei poliziotti della locale Squadra Mobile alla ricerca di elementi probatori riconducibili al responsabile.
Sono state ascoltate le vittime, si è  preso visione, con attenzione, del e immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza; sono stati effettuati accurati sopralluoghi sulle scene del crimine e sono stati ascoltati i testimoni. Giorni di intenso lavoro i cui risultati hanno condotto verso un’unica direzione.

Alto 1,80 cm circa, corporatura normale, abbigliamento e lineamenti del viso messi a fuoco grazie ad un’attenta e puntuale disamina dei video che lo hanno immortalato in azione.
In tutti e tre gli episodi criminosi ha intimato la consegna dell’incasso, armato di pistola ed in uno, in particolare, ha ingaggiato una violenta colluttazione con il titolare del punto vendita preso di mira, costato al malcapitato contusioni giudicate guaribili in 7 giorni.

In questa circostanza, il malfattore ha lasciato una traccia significativa: frammenti del proprio giubbotto.
Gli investigatori non hanno avuto più alcun dubbio: l’autore dei reati è un messinese di 24 anni.

Una volta raggiunto presso l’abitazione sotyoposta poi a perquisizione, i poliziotti hanno rinvenuto alcuni capi di abbigliamento coincidenti con quelli indossati nel perpetrare i delitti e tra questi, giusto un piumino stracciato, nel materiale e nel colore identico ai resti sequestrati dai poliziotti nel luogo in cui avveniva lo scontro con la vittima.

Al termine lo hanno condotto presso gli uffici di polizia dove, messo di fronte ai molteplici riscontri acquisiti, finisce per ammettere la paternità dei fatti delittuosi contestatigli.

Gli elementi raccolti, il pericolo di reiterazione, il rischio che possa darsi alla fuga hanno permesso  ai poliziotti di procedere all’applicazione della misura precautelare del fermo di p.g. con conseguente accompagnamento presso la casa circondariale di Gazzi.