Condividi:

Parte oggi, lunedì 23 aprile, alle 22.05 su Rai5 la serie per la tv “Novelle per un anno” che Rai Cultura propone in prima visione. La regia è curata dal grande regista Roberto Quagliano e tantissime scene sono state girate a Novara di Sicilia, uno fra i Borghi più belli d’Italia.

Si tratta di una selezione di racconti pirandelliani, trasportati sullo schermo mantenendo la lingua originale utilizzata dall’autore. La serie, operando una selezione di racconti tratti dalla celebre raccolta “Novelle per un anno” che Luigi Pirandello compose tra il 1884 e il 1936, adatta testi letterari di successo con la tecnica della Videoletteratura, il cui obiettivo è rispettare la lingua originale così come è uscita dalla penna dello scrittore. Per ogni trasposizione, dialoghi e testo fuori campo sono fedeli a quanto scritto dall’autore senza alcun tipo di variazione stilistica. I racconti protagonisti delle cinque puntate sono “L’altro figlio”, “La balia”, “Quando s’è capito il gioco”, “Il lume dell’altra casa”, “Ciàula scopre la luna”.

Apre la serie il racconto “L’altro figlio” che potremo vedere questa sera. Maragrazia, umile donna del popolo di un paese siciliano, vedova e ridotta a mendicare, soffre perché non riceve notizie dei due figli emigrati in America e ormai dimentichi, per la ricchezza raggiunta, della loro stessa madre. Scrive loro tramite un’amica, che in seguito l’abbandonerà, di essere disposta a donar loro lo stesso casale di poco valore dove lei abita per invogliarli a tornare; ma i figli neppure rispondono. Con lei vive un altro figlio, sinceramente affezionato, buono, con una bella famiglia e una bella casa. Egli vorrebbe prendersi cura di lei, ma la donna non lo considera veramente suo. Infatti questi è il frutto di uno stupro che la donna ha subito da parte di un brigante, lo stesso che uccise suo marito. Maragrazia si rende conto che proprio questo figlio non voluto meriterebbe quell’affetto che lei riserva invece ai figli lontani diventati dei criminali e ingrati con la povera madre ma sente di non poter cambiare il suo affetto perché “è il sangue che si ribella”, tanto è forte il legame naturale e materiale che sovrasta ogni sentimento e il disgusto per l’uomo che uccise il marito e la mise incinta.