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Sta riscuotendo un gran successo lo spazio–museo denominato “Contenitore del Passato” realizzato a Rodì Milici dal presidente di Legambiente del Longano, Carmelo Ceraolo.

Situato nel cuore del centro storico del paese, questo spazio-museo è stato pensato per non dimenticare molti oggetti e strumenti ormai in disuso ma che hanno caratterizzato i più nobili mestieri siciliani praticati nel periodo compreso tra la prima e seconda guerra mondiale e nel successivo dopoguerra. Il “Contenitore del Passato” è situato in una struttura composta da 4 stanze, ognuna delle quali ha una propria identità storica ravvisabile nell’insieme dei materiale che contiene. “Le prime tre stanze – dichiara il presidente Carmelo Ceraolo – rispecchiano un po’ le peculiarità dei comuni che si affacciano nella Valle del Patrì, ovvero Barcellona Pozzo di Gotto, Terme Vigliatore, Rodi Milici, Milici, e Fondachelli Fantina, ma vi sono anche strumenti ed oggetti donati da persone residenti in altri paesi”. Il viaggio nei ricordi inizia già dalla prima stanza dove il Presidente di Legambiente del Longano è riuscito a far rivivere l’atmosfera percepita durante il periodo della prima e seconda guerra Mondiale. “ In questa stanza sono esposti il famoso elmetto “marmitta” della prima guerra mondiale, una borraccia della seconda guerra mondiale, un vademecum che i soldati utilizzavano come guida sul comportamento da adottare nei confronti dei nemici, una macchina da scrivere ed una radio risalente al periodo compreso fra la fine dell’Ottocento e gli anni quaranta del Novecento. Inoltre, vi è un angolo con una vastissima collezione di Santini, mentre poco distante sono esposte una bicicletta prodotta dalla ditta “Raris” degli anni ’60, ed una vespa degli anni ’50”. Dalla seconda stanza in poi si entra un po’ più nel vivo dei mestieri ed attività che si svolgevano nel comprensorio. Vi sono, infatti, dei quaderni utilizzato dai coloni a cavallo degli anni ’20 e ’40 per trascrivere tutto ciò che producevano all’interno dell’azienda agricola per fare il resoconto al padrone. Sono esposte varie giarre per la conservazione di derrate alimentari ed olio, diversi tipologie di “bumbulu” utilizzati per il trasporto dell’acqua in campagna, o altro. Vi è un’antica bilancia della fine dell’800 appartenente alla prima macelleria che era situata a Rodì Milici nella contrada “la Rua”, degli aratri, crocchi, e altri strumenti come una cassa con tutti i timbri, utilizzata nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale quando ebbe inizio la seconda ondata di emigrazioni verso le Americhe. “Si tratta di una cassa con la quale una famiglia del paese iniziò il suo viaggio partendo da Rodì Milici, per poi arrivare a Napoli Porto, ripartire da qui per andare a Buenos Aires, per poi terminare il viaggio a Mendoza dove rimasero a vivere – dichiara Ceraolo – ”. Nella terza stanza ci sono attrezzi di vari mestieri, come quelli di una vecchia macelleria: dal cippo originale dell’’800 alla mannaia, dal “merco” utilizzato per marchiare gli animali scelti per l’acquisto, al vecchio tritacarne dell’epoca, ecc… Vi è anche l’angolo del ciabattino, completo degli strumenti necessari per realizzare interamente le scarpe. “Questa attrezzi – continua Ceraolo – appartenevano al ciabattino di Rodì Milici, il signor Calcagno, che ha lavorato fino agli anni ’70”. Poi c’è l’angolo del bottaio, con tre botti da vino e altri attrezzi del mestiere, ed un quarto angolo in cui si è scelto di rappresentare la cucina tipica degli anni ’70 con tutto l’occorrente utilizzato in quel periodo: dal macinino da caffè ai mantici utilizzati per attizzare il fuoco, dalle siringhe di vetro al bollitore, e altro. La quarta è una stanza “vintage” e contiene strumenti ed oggetti vari risalenti ad un arco temporale compreso tra gli inizi degli anni ’20 e agli anni ’80. Qui sono esposti una delle ultime macchine utilizzata a Rodì per fare le maglie, rimasta in produzione fino agli anni ’70, e alcuni indumenti dell’epoca. “In una parete – dichiara Ceraolo – vi è uno spaccato di foto scattate da me agli inizi degli anni ’90 rappresentanti i mesi dell’anno vissuti a Rodì, e altre foto antiche del paese. Sono esposti anche i primi strumenti didattici che si utilizzavano nella scuola italiana negli anni 50 e 60, vari libri di scuola e pagelle scolastiche, alcune lettere inviate e ricevute da persone residenti all’estero per lavoro, album di francobolli antichi, degli anni ‘70 e ‘90, raccolte complete di figurine di calciatori degli anni ‘75, ’76, e molto altro, tutto a disposizione di coloro che vorranno effettuare un interessante viaggio nel passato”.

Pamela Arena