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Ieri pomeriggio il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha incontrato i cittadini in una sala gremita del Castello di Milazzo. 

Un incontro incentrato sul museo del mare e sulla lotta alla plastica, ma ovviamente tra gli argomenti di discussione non poteva mancare l’inquinamento nella valle del Mela. A tal proposito il Ministro si è detto convinto che le emissioni della Raffineria verranno seriamente ridotte da un recente decreto. Nella realtà il Decreto a cui molto probabilmente ha fatto riferimento il Ministro si applica alle più grosse centrali elettriche d’Italia, ma non alle raffinerie di petrolio.

“Abbiamo cercato di spiegargli come fare realmente per tagliare l’inquinamento – si legge nella nota del Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela – nella valle del Mela in una lettera che gli abbiamo consegnato manualmente. Questo il testo della lettera:

“Egregio Ministro Sergio Costa, siamo felici di avere finalmente un Ministro dell’Ambiente che ha a cuore l’ambiente e che sta dimostrando attenzione alla situazione della valle del Mela.

Nel nostro comprensorio sono molti i cittadini che hanno riposto in lei la speranza di ottenere finalmente una seria riduzione dell’inquinamento che da decenni affligge questo territorio martoriato, peraltro ricco di un patrimonio storico, naturale e paesaggistico finora non adeguatamente tutelato e valorizzato.

Con il D.M. 172 del 11.05.2018, poco prima del suo insediamento, è stata rilasciata alla Raffineria di Milazzo un’Autorizzazione Integrata Ambientale viziata da alcune palesi illegittimità, responsabili di un grave ed ingiustificato pericolo per la salute pubblica.

Subito dopo il Suo insediamento l’allora Sindaco della Città metropolitana di Messina e l’allora Commissario Straordinario di San Filippo del Mela Le hanno inviato due istanze chiedendoLe di annullare in autotutela tali illegittimità e di riconvocare una apposita Conferenza dei servizi finalizzata ad effettuare le necessarie correzioni.

Stando a quanto ci risulta, tali istanze non hanno ancora avuto alcun riscontro. Rimangono perciò ancora vigenti le gravi illegittimità dell’autorizzazione della Raffineria di Milazzo, che consistono essenzialmente:

nel supposto “superamento” o, per meglio dire, nell’accantonamento delle prescrizioni sanitarie che i Sindaci avevano già espresso nel corso della procedura n.q. di massime autorità sanitarie locali: superamento ingiustificato ed ingiustificabile, essendo tali prescrizioni obbligatorie ai sensi dell’art. 29quater, comma 6, del codice ambientale e sorrette da adeguata e puntuale istruttoria sanitaria; l’illegittimo accantonamento di tali specifiche prescrizioni ha fatto si che fossero evitati i limiti più restrittivi necessari a tutelare la salute pubblica, che pertanto in atto non può dirsi affatto adeguatamente tutelata;
nella concessione di limiti meno restrittivi rispetto alla precedente autorizzazione (alcuni limiti sono addirittura spariti!), in palese violazione dell’ art. 271, comma 5, del codice, nonché del D.M. n. 274/2015.
Tali illegittimità sono state censurate con apposito ricorso presentato da sette comuni della valle del Mela, ancora pendente al TAR di Catania (R.G. n. 1371/2018), tuttavia la loro rimozione non può aspettare gli incerti tempi della giustizia amministrativa, in quanto esse costituiscono un concreto pericolo per la salute pubblica.

Ciò anche in considerazione del fatto che nella valle del Mela sono già in atto preoccupanti alterazioni di vari parametri sanitari probabilmente riconducibili alle attività della Raffineria di Milazzo.

A tal proposito, facciamo presente che lo studio epidemiologico Sentieri dell’ISS ha individuato delle specifiche condizioni morbose per le quali dalla letteratura scientifica emerge l’evidenza di una probabile correlazione con le raffinerie: malformazioni congenite, mortalità infantile per condizioni morbose neonatali, tumore al polmone, malattie dell’apparato respiratorio, malattie respiratorie acute e asma.

E’ particolarmente significativo che tutti i parametri sopra citati risultano in eccesso nella valle del Mela, come emerso nei più recenti studi epidemiologici condotti dall’ISS e dalla Regione.

Abbiamo molto apprezzato il suo contributo alla bocciatura dello scellerato progetto dell’inceneritore del Mela, che minacciava di rendere drammatica una situazione ambientale e sanitaria già preoccupante. Abbiamo anche apprezzato la costituzione del Ministero dell’Ambiente come parte civile nei processi recentemente avviati nei confronti della Raffineria di Milazzo: una costituzione che ha un alto valore simbolico, ma che non basta di certo a ridurre l’attuale inquinamento e gli attuali rischi per la salute nella valle del Mela.

Per questo è necessario che Lei disponga, come già chiesto a suo tempo dalle autorità locali di cui sopra, l’annullamento d’ufficio e la correzione degli aspetti illegittimi dell’AIA della Raffineria di Milazzo. […]

A Lei quindi l’opportunità di sollevare al più presto i cittadini del nostro comprensorio dai rischi a cui sono quotidianamente sottoposti, procedendo all’annullamento parziale ed alla correzione, ai sensi dell’art. 21-nonies della L. 241/90, del DM 172/2018…”. Ci auguriamo che il Ministro adesso non deluda le speranze della valle del Mela.