Lunedì 21 maggio, in occasione dei 40 anni della legge 194 sull’aborto, è partita la campagna nazionale di Pro Vita Onlus, che prevede, in tutte le province italiane, il transito di Camion Vela con l’immagine di un bambino a 11 settimane dal concepimento e con lo slogan-denuncia di una pratica che uccide degli innocenti e provoca gravi patimenti fisici e psichici nelle donne. Anche in provincia di Messina è stato possibile realizzare la suddetta campagna grazie al contributo e alla collaborazione del locale Centro di Aiuto alla Vita – all’interno del quale, già 25 anni fa, è stato fondato il Progetto F.A.N.HA. (Famiglie Accoglienti Nascituri Handicappati) per contrastare l’aborto eugenetico falsamente chiamato “terapeutico” – e del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, organismo che ha organizzato i due Family Day di Roma del 20 giugno 2015 a Piazza San Giovanni e del 30 gennaio 2016 al Circo Massimo. La campagna, che si concluderà domenica 27 maggio, è stata anche presentata martedì 22 maggio nel corso del convegno “La legge sull’aborto in Italia a 40 anni dalla sua introduzione. Bilancio e valutazioni.”, tenutosi presso la sala stampa della Camera dei Deputati e al quale hanno preso parte varie realtà Pro Life italiane. Ecco alcuni dei messaggi apparsi sui manifesti dei Camion Vela: “Tu eri così a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito”. “Non sono un fatto politico, non sono un’invenzione della Chiesa. Sono un bambino, guardami”. “Depressione, ansia, rabbia, pensieri di suicidio e rimorso mi hanno tormentato per anni. L’aborto può danneggiare gravemente la tua salute fisica e psichica. Mamma, salva il tuo bambino e te stessa. Scegli la vita”. “Mamma, non ti pentirai di avermi avuto. E se proprio non puoi tenermi con te, dammi in adozione, fammi vivere, ci sono famiglie disponibili ad accogliermi.” “Credi che sia buona la legge che consentiva di eliminarti?”.
