Una richiesta a sospendere i licenziamenti ed un tavolo da aprirsi in tempi brevi presso l’assessorato regionale delle attività produttive partecipato con il MIMIT, gli enti locali e parti sociali per trovare una soluzione alla preannunciata chiusura dello stabilimento Cargill di Giammoro.
Questo è il risultato dell’audizione di oggi in III Commissione Attività Produttive dell’ARS a Palermo con la presenza al tavolo di un’ampia compagine di deputati e l’assessore Tamajo.
FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL UILTEC-UIL esprimono cauta soddisfazione rispetto al risultato ottenuto che permette di richiamare l’azienda alla propria responsabilità di impresa, costringendola a immaginare soluzioni diverse che non siano la chiusura del sito. È un punto di partenza e da cui in avanti ci sarà bisogno del contributo di tutti i soggetti per giungere al risultato cercato dal sindacato: il rientro di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, la ripartenza della fabbrica, la continuità produttiva ed occupazionale del sito.
Non è certo un segnale di correttezza l’assenza dell’azienda all’incontro odierno, con la procedura di avvio dei licenziamenti attivata un attimo dopo che la stessa Cargill aveva chiesto un rinvio al 29 ottobre. Tutto il contrario rispetto a quanto delle buone relazioni industriali pretenderebbero. Un’assenza che è passata come uno sgarbo istituzionale lasciando facilmente intendere, non solo al sindacato e ai lavoratori, come l’azienda non voglia più avere nulla a che fare con il territorio di Messina e la Sicilia, avendo fretta di scappare oltreoceano (in Brasile?) lasciando a Giammoro solo macerie. Se così non fosse non si paventerebbe addirittura lo smantellamento di tutto il sito industriale, sacrificando impianti e apparecchiature che sono sin da subito pronti per essere riavviati e produrre una pectina di alta qualità, l’unica in tutto il Mediterraneo.
Per FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL, UILTEC-UIL occorre, quindi, impedire ad ogni costo l’ennesima chiusura di uno stabilimento nell’area industriale, ricercando un altro investitore che garantisca la continuità produttiva ed occupazionale del sito, individuando al contempo piani di riconversione e progetti di politiche attive che consentano ai lavoratori di restare nel ciclo produttivo.