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Slitta ancora la scadenza degli Ato in Sicilia, ed i Comuni sono obbligati a bilanci consolidati che includano quelli delle Partecipate. “La Sicilia resta all’anno zero e l’ombra di un default pesante due miliardi, per i Comuni dell’Isola torna a farsi minacciosa” così la Cisl sull’emergenza rifiuti nella regione.  Sarebbe scattato ieri il passaggio dai 27 Ato in liquidazione, “addirittura dal 2010” denuncia il sindacato guidato da Mimmo Milazzo, a società di raccolta, le cosiddette Srr, di cui nessuno però sa ancora nulla. La scadenza slitta per l’ennesima volta. E il “ritardo cronicizzato – afferma Milazzo – rischia di portare all’incasso l’ipoteca che pende sugli 11 mila lavoratori del settore, privi di certezze, e sui 390 Comuni siciliani sui quali ricadranno i due miliardi di debiti degli Ato”. “Da quest’anno – ricorda la Cisl – il decreto legislativo 118 del 2011 è pienamente in vigore. Così i Comuni sono obbligati ora a elaborare bilanci consolidati che dovranno includere i conti delle Partecipate, Ato compresi”. Insomma, lo stallo nella governance regionale del settore è “una miccia accesa in direzione del fallimento degli enti locali”, punta il dito la Cisl per la quale l’esito interlocutorio dell’incontro di ieri al ministero dell’Ambiente a Roma, dell’assessore regionale all’Energia Vania Contrafatto, è “mortificante”. Tanto più, scrive il sindacato, alla luce dei ritardi della Regione nella quale, “ad esempio, si raccolgono poco più di 15 chilogrammi di carta a testa contro gli oltre 80 di regioni come il Trentino e l’Emilia Romagna”. E se la differenziata non decolla, il sistema delle discariche mantenute anche a dispetto delle direttive Ue, si legge nella nota Cisl, apre a “incognite in tema di danni all’ambiente e alla salute”. Eppure, se messo a reddito il settore farebbe lievitare il Pil regionale, sostiene la Cisl per la quale “la perversa logica delle proroghe è la misura del fallimento della politica regionale”. “Come i trasporti, i rifiuti attraversano trasversalmente l’economia – rimarca Milazzo – valorizzarli in un ciclo integrato equivarrebbe a dare una spinta vera al tessuto economico. Oltre che a tenere pulite le nostre città”.