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Dopo la riconferma a coordinatore dell’ “Osservatorio permanente sugli studi pavesiani nel mondo”, questa volta sotto l’egida della Fondazione “Cesare Pavese” di Santo Stefano Belbo (Cuneo), Antonio Catalfamo (nella foto tra Marina Beelke, Università di Berlino, e Giorgio Bárberi Squarotti, Università di Torino, alla casa natale dello scrittore piemontese, in occasione del centenario della nascita), poeta, scrittore, critico letterario, docente universitario barcellonese, ottiene un altro autorevole riconoscimento.

“Il Mattino”, prestigioso quotidiano di Napoli, nell’edizione domenicale del 20 marzo scorso, con richiamo in prima pagina, pubblica, nell’ambito della pagina culturale, che viene occupata quasi per intero, un ampio articolo di Massimo Novelli, firma molto nota nel campo della critica e del giornalismo, collaboratore di numerose testate, come “La Repubblica” e “Il Fatto Quotidiano”, nonché autore di numerosi libri di successo, dedicato ad uno studio, compiuto dal docente universitario italo-americano Iuri Moscardi e ospitato nel ventesimo volume della collana “Quaderni del CE.PA.M.”, diretta, presso Guida Editori di Napoli, proprio da Antonio Catalfamo, che è anche curatore del suddetto volume, così come dei precedenti diciannove, in cui l’illustre accademico si sofferma sulla traduzione in italiano dell’ “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, effettuata da Fernanda Pivano, sotto la guida di Cesare Pavese, e pubblicata, nel 1943, per intercessione di quest’ultimo, presso la casa editrice Einaudi di Torino. Moscardi ha potuto consultare il dattiloscritto originale della traduzione, con le correzioni apportate sia dalla Pivano che da Pavese. Egli dimostra che il cinquanta per cento del merito di questa traduzione spetta allo scrittore di Santo Stefano Belbo, che intervenne efficacemente in diversi punti, conferendo al testo il carattere magistrale che gli viene oggi riconosciuto dagli studiosi più attenti.
I volumi pavesiani curati da Antonio Catalfamo hanno sempre ospitato studi che hanno introdotto novità significative nella critica e che hanno avuto, conseguentemente, ampio rilievo sui giornali nazionali ed internazionali. Solo per fare qualche esempio, il 24 giugno 2014, il quotidiano torinese “La Stampa”, in un articolo anch’esso ampio firmato da Mario Baudino, critico di valore indiscusso, dava rilievo ad un intervento, pubblicato nel quattordicesimo volume di saggi pavesiani, curato sempre da Antonio Catalfamo, a firma di Franco Ferrarotti, ultimo sopravvissuto tra gli amici di Cesare Pavese, nel quale il sociologo rivelava che fu lo scrittore di Santo Stefano Belbo a spingerlo ad incontrare, nel 1948, in una trattoria, Beppe Fenoglio e che quest’ultimo gli parlò di un romanzo a cui stava lavorando, “Il partigiano Johnny”. Questa preziosa testimonianza ha consentito di retrodatare di un decennio la composizione del romanzo fenogliano, innovando gli studi critici e filologici sull’opera dello scrittore di Alba. In più, ha smentito l’opinione diffusa che tra Pavese e Fenoglio ci fosse una certa diffidenza reciproca.
Nel 2008, in occasione del centenario della nascita di Pavese, “The New York Times” ha inviato a Santo Stefano Belbo la corrispondente da Roma, Elisabetta Povoledo, per un reportage sui luoghi pavesiani. L’articolo, molto dettagliato, è apparso sul numero del 24 settembre del prestigioso giornale americano, diffuso in tutto il mondo. In esso veniva intervistato, assieme a Luigi Gatti, presidente del CE.PA.M. (Centro Pavesiano Museo casa natale), recentemente scomparso, e ad altre personalità della cultura, Antonio Catalfamo, il quale forniva un rendiconto dell’attività svolta dall’ “Osservatorio permanente sugli studi pavesiani nel mondo” per divulgare l’opera di Cesare Pavese in tutti i continenti.
Antonio Catalfamo ha compiuto anche in prima persona apprezzati studi, che hanno gettato luce su alcuni aspetti controversi della biografia pavesiana e sulla rielaborazione del mito da parte dello scrittore di Santo Stefano Belbo.
L’attività dell’ “Osservatorio permanente” prosegue e fra qualche mese uscirà, presso Guida editori di Napoli, nella rinnovata collana dei “Quaderni pavesiani”, sotto la direzione di Antonio Catalfamo e l’egida della Fondazione intitolata allo scrittore langarolo, il ventunesimo volume di saggi internazionali su Cesare Pavese, che ospiterà, anche questa volta, studi innovativi provenienti da tutto il mondo.