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Un inizio di amministrazione connotato da malumori interni ed attacchi, quanto visto tra consiglio comunale ultimato con la votazione della neo-presidente, prima donna ad essere eletta in tale ruolo istituzionale, Emanuela Ferrara, consigliere più votato con 708 preferenze che adesso minaccia le dimissioni, aprendo nuovi scenari nei ruoli assessoriali e alla guida del civico consesso. 

L’affondo arriva come un fulmine a ciel sereno da parte proprio della neo-eletta presidente del consiglio, Emanuela Ferrara, che si appella al sindaco Domenico Munafò reo, a detta della consigliera, di non aver rispettato degli accordi pre-elettorali. Sulla sua Pagina Facebook, nel tardo pomeriggio di ieri la Ferrara scrive:  “Le elezioni sono finite e ringrazio ancora chi mi segue e chi ha sostenuto il traguardo che oggi, a voce alta, posso dire di aver raggiunto insieme a voi.

Utilizzo questo mezzo di comunicazione a mia disposizione per fare chiarezza su ciò che è stato concordato ieri sera nel primo consiglio comunale, in cui io mi trovavo assente, perché fuori sede per impegni personali già datati da tempo.

Agli inizi della mia ipotetica candidatura, la scelta di iniziare un percorso politico era strettamente legata ad una mia idea di politica del dialogo. Si dialogo, una piccola parola che in se ha per me molto significato. Dialogo con i cittadini che andrò a rappresentare, dialogo con i partecipanti del consiglio comunale di cui faccio parte, dialogo anche con chi non ha espresso il consenso, ma soprattutto un “ dialogo di fiducia” con l’attuale sindaco in carica Domenico Munafò.

In precedenza era stato concordato con lo stesso, di portare avanti una politica di rinnovamento all’interno del consiglio e della giunta comunale. Sulla base dell’assoluta fiducia, si era stabilito un accordo basato sull’indicazione di un assessorato da affidare all’Ing. Rocco Aliquò, ragazzo giovane e competente, costante nel suo lavoro, laureato con 110 e lode, considerata una valida figura da mettere a disposizione della giunta.

La designa di Rocco Aliquò era stata tra l’altro espressa e concordata da un impegno preso e ratificato dal dr. Munafò ed anche dal sindaco uscente Dr. Bartolo Cipriano. Ciò che ho da dire in merito è che oggi, le parole dette non sono state rispettate e non si è dato credito ad accordi precedentemente stabiliti ed accettati anche sulla base di rapporti strettamente personali di fiducia, a cui io stessa ho fatto riferimento al momento di candidarmi.
Reputo questa decisone una presa di posizione, dettata a mio parere, solamente da una logica di imposizione, e non da una politica del dialogo, in cui mi sono sempre battuta in questa campagna elettorale.

Mi ero già precedentemente espressa su cosa avevo intenzione di fare e cosa volevo rappresentare in consiglio comunale: un semplice consigliere, portavoce della cittadinanza, di chi mi ha onorato delle sua fiducia e mettendo in pratica progetti per il bene di tutti.

Purtroppo, solo ieri sera, durante il consiglio comunale, vengo a sapere che tutto ciò che per me e per il gruppo che mi ha sostenuto era già deciso, non è stato rispettato. Il sindaco non ha ottemperato e non ha onorato gli impegni assunti. Quanto accaduto in consiglio, a mio personalissimo parere, continua a dare spazio a vecchie politiche di veti, di ambizioni personali legate ad appoggi esterni. Tutto ciò di cui il paese non ha bisogno!

Sono onorata della carica politica accordatami, perché la stessa mi onora moltissimo, ma né io, né il mio gruppo sostenitore, avevamo dato nessun benestare al riguardo, avendo chiesto solo il rispetto dei patti.
Per tutte queste ragioni spiegate fin ora, la mia carica verrà messa a disposizione del gruppo, affinché decida come io credo di formalizzare le dimissioni.

Esprimo in queste righe il mio rammarico riguardo a quanto accaduto in mia assenza ed alle scelte non condivise ma imposte e che neppure gli impegni assunti dal Sindaco hanno saputo garantire. Il mio obiettivo è quello insieme a tanti altri, di fare una politica basata sul dialogo, su pagine meritevoli di essere lette e condivise, e mai infangate da interessi personali o logiche di gruppo.

Ho sempre praticato la possibilità di dialogo e la continuerò a perseguire in tutto il mio percorso politico. Che il sindaco faccia chiarezza su ciò che è stato deciso, perché con le logiche di imposizioni, alternate a promesse non mantenute, non si va avanti e non si finisce la legislatura!”

Un inizio in salita per l’amministrazione guidata da Domenico Munafò, adesso le capacità di dialogo e l’equilibrio del primo cittadino della città delle Terme e dei Vivai, dovranno essere utili a ricompattare una maggioranza apparsa poco coesa sulle decisioni e trovare la determinazione e il coraggio di scegliere gli altri due tasselli che andranno a comporre la giunta comunale, in un contesto dove certamente le pressioni non mancano.