Condividi:
Si inaugura domenica 4 novembre 2018 alle ore 16.30, il “Giardino di Salva” – “Poesie, sculture e percorsi d’acqua”, ideato e realizzato da Nino Abbate su un terreno confinante con il Museo Epicentro a Gala, frazione storica del comune di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina.
Dopo oltre un anno di lavoro su un terreno che non è più quello di prima Nino Abbate è riuscito a realizzarlo con profondo sentimento e omaggio verso la sua compagna di vita e di arte Salva, che ha dedicato ad Abbate diverse poesie sulla sua vita e sul suo operato culturale incise su lastre in terracotta e istallate in permanenza nel giardino arricchito da altri testi poetici di autori storici come: Gauntana Buddha, Dalai Lama, Milena Milani, Giancarlo Politi, Jaques Prèvert, George Bernard Shaw, Robert Louis Stevenson, Lao Tzu.
Si tratta di un’opera d’arte ricca di poesie, sculture e percorsi d’acqua, utilizzando pietre, fiori, acqua, alberi e parole…. Elementi essenziali di ogni cultura, divenendo cosi un luogo spirituale e di riflessione unico nel panorama nazionale culturale sia per la caratteristica dei muretti a secco sia per la disposizione degli elementi materiali artisti e poetici disposti lungo i sentieri che creano una circolarità di comunicazione e di percorso.
Presenterà l’evento Cristina Saja ed interverranno Nino Genovese, Marcello Crinò, Carmelo Eduardo Maimone, mentre la stessa Salva Mostaccio reciterà alcune poesie.

Il giardino di Salva
Un luogo purificato nella sua bellezza materiale e spirituale.
di Nino Abbate
I siciliani sono ospitali allo straniero ma invidiosi del vicino di casa. Il proprietario del terreno confinante al Museo Epicentro accorgendosi della bellezza di come sono riuscito a trasformare un luogo abbandonato in luogo d’arte, mi richiama spesso perché le piante ornamentali del giardino che profumano di lavanda e gelsomino invadono il suo terreno. Per non sentire le sue continue lamentele azzardo una proposta, gli offro una cospicua somma di denaro per rilevare la sua proprietà. Li rifiuta, testardo e di mentalità atavica si trasferisce da alcuni parenti, finalmente un poco di quiete. Appena trascorsi alcuni anni, un giorno ricevo la visita dei suoi figli i quali mi propongono l’acquisto del terreno in questione avuto in eredità dal padre che adesso li vedeva proprietari. Ne parlo con Salva, mia compagna di vita e arte, presa la decisione. Dopo diverse peripezie burocratiche alla fine di luglio 2017, divento il nuovo proprietario di quella terra. Neanche trascorse ventiquattro ore ed eccomi che mi ritrovo a lavoro in quel luogo abbandonato da tempo, mi sembrava di essere in una fitta boscaglia inesplorata dove a stento filtrava qualche raggio di luce, molti alberi erano sopraffatti dal’edera che massicciamente aveva colonizzato il loro tronco ed i rami, arbusti e rovi impedivano l’accesso, per non parlare degli oggetti più strani e inquinanti che erano arrivati dalla strada sovrastante dove la noncuranza e lo scarso senso civico delle persone si era manifestato in tutta la sua brutalità. Dopo mesi di duro lavoro e di cura delle piante, gli alberi ritornano alla loro naturale vegetazione ergendosi in una altezza sproporzionata tanto da renderli gradevolmente particolari. La mia compagna Salva, durante le sue visite giornaliere mi richiamava per il troppo impegno che ci mettevo, creavo muretti a secco con pietre trovate nelle strade, fiumi, montagne e mare, il giardino prendeva sempre più forma, cercavo la sua anima, la sua purificazione, la bellezza e l’arte con le grandi pietre di arenaria comprate in una cava e trasportate in quel luogo, così nasce l’idea di scolpire una Sirena figura mitologica marina, chiedendomi il suo significato. Il richiamo all’arte? Proprio dal mare ho trovato stimolo alla mia creatività nelle ultime opere realizzate come l’uomo che venne dal mare (2016) in pietra pomice. Nel ricordarmi, la mia mente s’illumina scorrono i versi scritti da Salva, su quest’opera nel suo libro “Racconti dell’anima” scatta l’idea di creare un giardino poetico con le sue poesie che chiamerò il Giardino di Salva, un inno alla sua poesia alle sue parole di riflessione sulla vita, arricchito da altri testi poetici di Giuntano Buddha, Dalai Lama, Milena Milani, Giancarlo Politi, Jaques Prèvert, George Bernard Shaw, Robert Louis Stevenson, Lao Tzu, e qualche mio testo. Parole e versi incise e scritte su tavole in terracotta e legno di pino, l’albero che anni addietro il vento a divelto nel giardino del museo. Le idee corrono veloci non sento più la fatica, sistemo luci, vialetti in pietra, aiuole, muri, condotti di acqua e proprio dall’acqua avviene una inondazione tra la fine di dicembre 2017 e il nuovo anno 2018, un tubo che raccoglie l’acqua piovana della strada messo abusivamente dal comune in tempi non tanto recenti staccandosi nei supporti durante un temporale a inondato il giardino provocando numerosi danni. La mia rabbia e contestazioni pubblicamente rimangono inascoltate. Da visionario cerco di capire il significato di quest’alluvione inconsueta la mia attenzione si posa su una pietra posizionata all’entrata del giardino a forma di sarcofago nasce l’idea di scriverci sopra delle parole per il disinteresse generale verso il Museo Epicentro nonostante la sua collezione d’arte contemporanea sia di grande prestigio. La pietra-sarcofago diventa una reliquia un sacrario dell’arte, luogo mistico e di verità, scavo alla sua estremità due buche che si incrociano nella loro circolarità per mettere l’incenso e per bruciarlo, al centro incise sulla pietra le sagome delle impronte dei piedi, che testimoniano una -presenza e contemporaneamente una assenza- all’altra estremità della pietra-sarcofago un grande sole circolare scolpito in rilievo con la scritta al centro “Qui nasce e muore l’arte”, arricchito dai quattro elementi della vita aria, acqua, terra, fuoco, scavate sulla pietra come simbolo della circolarità dell’uomo-artista che ha tracciato e traccia la sua vita in un tempo infinito. Nella parte più alta del giardino dove l’acqua scorre continuamente dalla sorgente primaria dai tempi antichi, un’installazione RE di ferro rappresenta il “dominio” di quei luoghi di grande sovranità. In tema dell’acqua l’altra opera”migrante” realizzata in pietra dove si evidenza con immagini e simboli la tragedia dei popoli in cerca di un futuro miglio senza tenere conto che tanti di loro uomini, donne e bambini perdono la vita nel mare, traghettati da altri uomini incoscienti. Il Giardino di Salva è un luogo di riflessione e meditazione in continuo divenire d’idee, opere e pietre, tante pietre che rappresentano le montagne che l’uomo deve scalare in cerca di quella felicità in una società cosi avvilente che non trova più la sua vera identità sociale.