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Nella giornata di oggi è stata avviata l’indagine denominata ‘Revolutionbet365’ che ha portato all’esecuzione di 21 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati inerenti l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse e intestazione fittizia di beni, connessi alla gestione illecita d’imprese – in parte attive in Italia, in parte stanziate all’estero.

Nel corso delle indagini della Guardia di Finanza di Catania, supportata dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con i militari del Comando Provinciale Carabinieri e della Sezione Anticrimine Carabinieri di Catania, sono stati documentati contatti tra alcuni indagati “santapaoliani” e soggetti ritenuti “vicini” al superlatitante Matteo Messina Denaro, tra cui il nipote di quest’ultimo, Guttadauro Francesco, nonché soggetti ritenuti “vicini” alla nota famiglia camorristica dei Nuvoletta di Marano (NA).

Nell’inchiesta c’è anche un filone relativo alla gestione alla rete “revolutionbet365” che ha portato a numerosi arresti ai domiciliari. Il gruppo non è accusato di mafia solo per l’aspetto legato alle scommesse.

Nell’ambito dell’inchiesta sono finiti ai domiciliari anche tre barcellonesi: Fabio Calcagno, 35 anni, Sebastiano De Matteo di 42 anni e Ottavio Imbesi di 47 anni. Sempre ai domiciliari anche i messinesi Francesco Guerrera di 33 anni e Marco Daidone di 45 anni.

Le indagini hanno in particolare consentito di sottoporre a sequestro 207 rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nelle Isole di Man, in Austria, in Gran Bretagna e a Malta; 42 immobili; 36 attività imprenditoriali operanti non solo nel settore del gaming; 24 centri scommesse dislocati tra Messina, Catania e Siracusa e 9 automezzi.