Condividi:

Il Carnevale è da sempre sinonimo di divertimento, di festa e di prelibatezze gastronomiche sulla tavola. Mai come in questo periodo dell’anno, si esce fuori dalle convenzioni, utilizzando maschere e costumi per apparire agli altri con un’identità differente dalla solita, un modo per evadere dal consueto, rompendo gli schemi che la società impone. Ma in cucina, invece, è il segno del rispetto della tradizione , del tramandare ricette e consuetudini.

Il sindaco del comune più alto di Sicilia, Antonino Cappadona, l’assessore al turismo Letizia Passarello, e il presidente della Pro loco Pina Carroccio, insieme ai commercianti locali continuano la campagna di promozione del territorio, anche a Carnevale.
Ovviamente in quest’azione non manca la valorizzazione della tradizione gastronomica legata al Carnevale.
Anche qui soprattutto la settimana che precede la Quaresima, si gustano spesso prelibatezze salate, come per esempio la “i maccaruna” con ragù (sugo) di suino nero dei nebrodi e ricotta fresca e dolci più o meno elaborati come le chiacchiere, la pignoccata o le sfingi di carnevale.
Piatti e dolci che si possono gustare tra locande, trattorie e ristoranti di Floresta, dove anche nelle botteghe\macellerie e nei consorzi agro-alimentari si possono trovare salumi, formaggi e “delizie” del contadino che perfettamente si possono gustare anche in questo periodo.

Tra i dolci, a fine pasto, non può mancare la pignolata, si con le rifiniture di glassa di zucchero e con quella di miele e le Chiacchiere le cui origini sono antichissime, pare infatti che fossero già diffuse ai tempi dei romani, che erano soliti preparare dei dolci fritti nel grasso di maiale per festeggiare i “saturnali”, (festività corrispondenti all’odierno carnevale). Tali dolci avevano il nome generico di frictilia e, durante i festeggiamenti venivano distribuiti alla folla che in massa si riversava per le strade. Grazie alla facilità di preparazione era possibile cuocerne grandi quantità in poco tempo così da contentare tutti.

Dolce fritto, tipico della cucina florestana,anche le “Sfinci”, piccole e soffici palline di pasta lievitata e fritti in olio bollente, anche nella versione ripiena di ricotta o crema gialla.

Letizia Passarello ha voluto evidenziare che la promozione del territorio passata anche attraverso la conoscenza di cose e luoghi che sono la “cultura” popolare che deve essere salvaguardata in quanto diventa unicità dei luoghi.

Nino Cappadona il sindaco ha sottolineato, come già fatto, al momento della presentazione di questo progetto, che attraverso l’aumento dei flussi turistici, scoprendo anche nuove nicchie di mercato, si sviluppa economia, si crea occupazione e nuove opportunità di lavoro.

Il presidente della Pro Loco – Pina Carroccio – ha ringraziato ancora una volta i commercianti locali che credendo nel progetto “vivi Floresta tutto l’anno” sviluppano nuova imprenditorialità e scommettono sulla loro professionalità.