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Si è svolta giovedì 7 marzo la manifestazione organizzata dal club Soroptimist di Messina presieduto dalla Prof.ssa Rossella Musolino in collaborazione con il Teatro Vittorio Emanuele. Un importante momento dedicato alle donne e ai loro saperi in occasione della giornata internazionale della Donna.

Il foyer del Teatro V. Emanuele ha accolto per l’occasione una mostra ispirata alle mani della donna. Pensieri, musica, manufatti, immagini che hanno raccontato attraverso un viaggio a ritroso l’arte femminile. Ad inaugurare l’esposizione il prefetto S.E. Maria Carmela Librizzi e l’assessore ai servizi sociali del comune di Messina Alessandra Calafiore.

“L’idea, ha spiegato Patrizia Billè nella sua introduzione, è nata aprendo un cassetto nel quale mia madre custodiva la sua biancheria. Ho trovato un antico copriletto realizzato a mano ed ho pensato alle mani delle donne, a quanta fatica ci fosse dietro la sua realizzazione, quanto lavoro. Un’antica coperta scovata per caso ha dato l’avvio ad una riflessione di più ampio respiro. Ho pensato a quelle donne che potevano esprimersi solo nel microcosmo delle loro case, nel silenzio e nell’oscurità. A quelle donne che hanno avuto nelle loro mani la forma di sostentamento primario.”

E’ nata così dunque l’idea di mettere in scena una mostra tesa a valorizzare gli antichi saperi delle donne, la loro precisione manifatturiera. Una sorta di riscatto rispetto all’epoca in cui quelle donne non avevano potuto scegliere di fare altro.

Delle mani che cambiano e del confronto con le generazioni passate si è occupato il Prof. Mario Bolognari, antropologo e direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne.

“Oggi, ha affermato Bolognari, le donne hanno conquistato nuovi ruoli, nuove conoscenze. Il numero di donne laureate e diplomate è superiore a quello degli uomini. Nonostante ciò il progresso sembra essere solo apparente e non colpire i reali processi di crescita. Le mani fortemente lavorative di un tempo oggi sono mani esposte, fotografate, mani che giocano sulla scena sociale. E parlando degli antichi saperi delle donne, ha proseguito Bolognari, il rischio è di consegnare all’oblio un pezzo di storia dell’800.”
La mostra ha rappresentato un momento per recuperare storie e tradizioni e celebrare i saperi delle donne partendo dalla consapevolezza che oggi le donne hanno la libertà di scegliere di riappropriasi di quei saperi.

Le mani che curano è stato il tema dell’intervento della Prof.ssa Marianna Gensabella, ordinario di Filosofia morale presso il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università degli Studi di Messina. Nel suo intervento la Prof.ssa Gensabella ha ripercorso il legame tra mani e cura, riportandoci al rapporto intimo tra donna e cura e alle mani della madre, che rappresentano quel grande altro che da un senso alla nostra vita.

Soddisfazione è stata espressa dalla Presidente Rossella Musolino che ha concluso i lavori con una riflessione sulla necessità di riappropriarsi delle proprie scelte evidenziando ancora una volta come l’evento sia stato pensato quale omaggio alle donne fuori da ogni stereotipo per un 8 marzo non solo celebrativo ma costruttivo, con il cuore ed il pensiero ad Alessandra, l’ennesima vittima di femminicidio.