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I cittadini di Sinagra, “La Perla dei Nebrodi”, ogni anno, aspettano la Santa Pasqua con trepidazione, oltre ai normali riti religiosi, Sinagra, ha una tradizione particolare “La corsa di San Leone”.

La sera di Pasqua, il Santo Patrono “San Leone”, dalla chiesa di campagna, si trasferisce nella chiesa Madre “San Michele Arcangelo”. I festeggiamenti iniziano, quando alle ore 17,00 i fedeli si danno appuntamento alla chiesa madre, e in processione arrivano a San Leone, nella chiesa di Campagna. Dopo la Santa Messa inizia la processione, la statua del santo viene portata a spalla al grido di “Viva viva Santu Lio”. La processione, dura diverse ore, poiché i devoti che portano a spalla il simulacro, procedono lentamente, effettuano due passi avanti e uno indietro. Giunti sul ponte, situato all’ingresso del centro abitato, all’improvviso l’andatura della processione cambia, e la statua percorre l’ultimo tratto, che la condurrà sino alla chiesa dell’Addolorata in Piazza San Teodoro, di “corsa”, tra lo sparo dei mortaretti, il suono della banda musicale e gli applausi dei presenti. Una volta giunti in piazza si effettua una breve sosta di circa dieci minuti, per assistere ai fuochi pirotecnici. La processione, continua fino alla chiesa madre, dove la statua rimarrà fino alla prima domenica di novembre. In tale giorno, il simulacro a spalla viene accompagnato in processione nella sua dimora nella chiesa di San Leone, per tutto il periodo invernale.

Il Lunedì dell’Angelo, dopo la Santa Messa, la statua del Santo viene portata in processione per le vie del paese. Durante la giornata, si svolge la tradizionale fiera mercato del lunedì di Pasqua, fino a tarda sera. Infatti, per i Sinagresi, la Pasquetta viene posticipata a martedì. Le festività in onore a San Leone, sono inserite nel libro delle Celebrazioni ed esattamente nel Registro delle Eredità Immateriali (REI) – D.A. n. 8184 del 04.11.2005. Le feste, legate al culto di San Leone sono apprezzate non solo dagli abitanti del comprensorio Nebroideo, ma da tutta la Sicilia.

Salvatore Bucolo