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Si è tenuto nel pomeriggio di ieri, venerdì 7 giugno, presso l’Auditorium San Vito di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), l’incontro-dibattito “Raccontare l’accoglienza. La Forza dei Progetti che seminano Pace”, organizzato dal Comitato per la Promozione della Cultura dell’Accoglienza insieme alla Rete dei Comuni Solidali.

Moderati da Nella Falsaci della Comunità di Sant’Egidio, sono intervenuti Giovanni Maiolo, referente di progetti solidali e per la cooperazione internazionale RECOSOL ed Alessia Barbiero, dello SPRAR di Gioiosa Jonica (RC).

Giovanni Maiolo dopo avere illustrato le caratteristiche e le peculiarità della rete dei comuni solidali, associazione di enti locali che ormai raggiunge quasi i 300 soci, si è soffermato sulle esperienze di cooperazione internazionale maturate da Recosol negli anni, dal Perù al Niger, dal Mali al Senegal. Ha poi raccontato come l’esperienza italiana dei comuni solidali sia stata trasportata sul piano continentale con il progetto Solida, rete di comuni di vari Paesi membri dell’Ue. Non sono mancate alcune stoccate al governo in carica, ritenuto colpevole di andare alla ricerca di facili consensi sulla pelle dei più deboli.

Alessia Barbiero ha spiegato cosa sia un “progetto di accoglienza”, con i suoi corsi di lingua italiana, con la tutela psicologica, con il personale specializzato e con l’ausilio di mediatori culturali. “L’obiettivo finale è l’inserimento sociale e l’integrazione in una comunità pur mantenendo la propria identità” – ha dichiarato la Barbiero – “Purtroppo il Decreto Sicurezza dell’attuale governo ha depotenziato tutto questo. Non c’è alcuna speculazione, ed oggi a Gioiosa Jonica dopo 5 anni la bambina migrante gioca in piazza con la bambina calabrese. Interrompere questo processo in modo brusco è deleterio. Il sistema SPRAR era perfettibile.” Un intervento che ha emozionato quello della giovane calabrese che ha chiuso così:” Il mio orgoglio quando sono stata al nord è stato quello di poter descrivere a coloro che dubitano del fatto che le nostre terre possano risorgere. Un piccolo cambiamento l’abbiamo fatto anche noi.”

Nella Falsaci, dopo aver sottolineato la significativa frase “Incontrare l’altro significa navigare in mare aperto” ha nuovamente ceduto la parola a Giovanni Maiolo, che ha introdotto l’argomento Riace, prima della proiezione di un video con la testimonianza di Mimmo Lucano, sindaco eletto e rieletto per altre due volte, fino alle scorse elezioni europee, quando addirittura è nata una sezione della Lega che si è affermata.

Oggi Lucano vive a Caulonia e non può tornare nella sua Riace. Il 12 maggio è nata una Fondazione con l’obiettivo di far ripartire il turismo solidale e l’accoglienza mentre prenderà il via l’11 giugno il processo e già sono in programma manifestazioni di solidarietà a Locri, ma anche a Catania ed in altre città del Paese. 

Dopo la proiezione della video intervista, che ci ha presentato Mimmo Lucano con la sua abituale semplicità e schiettezza da calabrese verace, una sorpresa riservata dagli organizzatori dell’incontro al pubblico in Auditorium ovvero la telefonata da parte della giornalista Tiziana Barillà, fondatrice del “Salto”, che ha seguito la vicenda umana e professionale di Lucano scrivendo anche il libro “Ninì capatosta”, queste le parole della Barillà: “Nuovo inizio la prima udienza, lui direbbe grazie per l’abbraccio di solidarietà che sta ricevendo in tutta Europa. Il modello Riace era il gioiello dell’Italia fino a due anni fa, “l’utopia della normalità”. Oggi Riace è un presidio da difendere.”

La serata si è chiusa con l’intervento di Suor Marilena Mercurio, che non è più a Barcellona Pozzo di Gotto ma ci torna per eventi importanti come questo, che ha posto delle domande ai relatori.