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Grave carenza di personale, problematiche legate al superamento degli OPG e cattiva gestione dell’amministrazione locale e regionale, sono queste le questioni aperte che hanno fatto scaturire il sit-in in programma in mattinata davanti la Casa Circondariale di via Madia, da parte delle Organizzazioni Sindacali nazionali per il Corpo di Polizia Penitenziaria.

Una protesta nei confronti dell’Amministrazione Penitenziaria, sia locale che regionale, ma anche contro quella classe politica che nel corso degli anni non ha ottemperato al proprio mandato e dovere.

“Per quanto concerne la mancanza di personale, – si legge nella nota congiunta – con copiosa corrispondenza si è evidenziato che la peculiarità dell’istituto, a seguito dell’istituzione di nuovi servizi dopo la conversione in Casa Circondariale, necessitava già di per sé una rivisitazione della pianta organica. A ciò si aggiunge che circa 15 unità che sono state nel frattempo poste in quiescenza, pertanto si stima una carenza di almeno 35 unità su una pianta organica prevista di 166. A tal proposito abbiamo anche chiesto che le assegnazioni di personale sulla base della legge 104/92 non devono essere considerate nella pianta organica effettiva, in quanto trattasi, comunque, di assegnazioni temporanee. Questa situazione ha portato il personale ad estenuanti e massacranti turni di servizio, con continue richieste di straordinario (tra l’altro mai retribuito per intero) e continui richiami in servizio anche subito dopo aver concluso il proprio orario di lavoro, mancata fruizione dei riposi settimanali e del congedo ordinario ed una mancata copertura dei posti di servizio che soprattutto nei turni serali non consente nemmeno di poter fruire della mensa di servizio. Per quanto concerne l’avvenuto superamento degli O.P.G, bisogna evidenziare che la classe politica che ha preteso tale radicale mutamento non ha tenuto in considerazione molteplici conseguenze, sia di carattere organizzativo, strutturale e, soprattutto, non ha messo in campo le necessarie azioni volte a colmare le lacune che a priori erano già state evidenziate. Strutturalmente andavano effettuati dei potenziamenti ed adeguamenti sulla base della nuova tipologia di ristretti da ospitare. Non a caso si sono verificate delle evasioni di cui alcune in modo proprio rocambolesco, riuscendo ad allargare le inferriate delle finestre! A ciò si aggiunge la gestione alquanto critica della particolare sezione dell’A.T.S.M. (Articolazione Tutela Salute Mentale). Tale sezione, come ben noto, nasce appunto dal superamento degli O.P.G. ed aldilà degli internati che sono stati collocati nelle varie R.E.M.S, occorreva dare ai rimanenti detenuti cui la malattia psichiatrica è sopravvenuta
durante la detenzione – art. 148c.p. – , una corretta e dignitosa allocazione e gestione che, di fatto, non è mai avvenuta. Anzi, la sezione A.T.S.M. è stata istituita senza una vera o corretta organizzazione sanitaria, a causa della mancanza di un protocollo tra Amministrazione Penitenziaria, ASP e Assessorato alla Salute della Regione Sicilia (come già avvenuto in altre Regioni). Tra l’altro, applicando quanto previsto per tale tipologia di detenuti, gli stessi dovrebbero essere presi in carico da parte del D.S.M., essenziale per un percorso terapeutico durante e dopo la detenzione. Tra l’altro, considerato i posti limitati all’interno delle REMS ( in Sicilia ne esistono solo due, Caltagirone e Naso, per un totale di 40 posti letto), gli internati continuano ad essere assegnati, senza avere titolo detentivo, all’interno di queste sezioni. Si tratta di soggetti affetti da diverse patologie psichiatriche la cui gestione, causa le poche figure sanitarie assegnate, è quasi totalmente affidata all’esiguo personale di Polizia Penitenziaria che deve quindi gestire una particolare tipologia di detenuti tutti sottoposti a grande sorveglianza di tipo sanitario, molti dei quali con controlli frequenti ogni 10 minuti. In funzione delle patologie di cui sono affetti, tali soggetti fin troppo spesso minacciano di auto-lesionarsi o togliersi la vita. Conseguenza di tutto questo clima appena descritto sono gli innumerevoli e quasi sistematici eventi critici che spesso si tramutano anche in continue e violente aggressioni nei confronti del personale. Infine, non per meno importanza, in aggiunta a quanto sino adesso rappresentato, si aggiunge una cattiva gestione dell’Amministrazione locale, per motivi di diversa natura, di cui si è ritenuto opportuno segnalare ed evidenziare al Provveditore Regionale che, di contro, non ha ritenuto altrettanto opportuno convocare le scriventi Organizzazioni Sindacali nonostante più volte sollecitato, se non quello di invitare a desistere dall’odierna manifestazione. È evidente che di fronte ad una realtà come quella descritta, il personale di Polizia Penitenziaria subisce e vive un grave disagio psicologico al punto che è arrivato a chiedere, tramite le Organizzazioni Sindacali, la totale chiusura della struttura ed il trasferimento in altra sede. Il personale è oramai fin troppo stanco ed esausto e non credono più alle promesse che si sono susseguite nel tempo, pertanto le scriventi Organizzazioni Sindacali chiedono, a gran voce, ad ognuno per la propria parte di competenza, interventi urgenti e anche drastici sino ad arrivare, s’è necessario, alla chiusura di sezioni come l’A.T.S.M. se questi non rispondono a criteri che consentano l’incolumità del personale che a qualsiasi titolo vi lavora al suo interno e la corretta attenzione, da parte di personale qualificato e specializzato, dei soggetti ivi detenuti. Ringraziano vivamente i Deputati Regionali ARS Avv. Tommaso Calderone, Pino Galluzzo e Antonio Catalfamo per la presenza e supporto durante il sit-in e, soprattutto, per l’impegno nell’ambito delle proprie funzioni per risolvere alcune questioni di cui si sono espressamente fatti carico”.