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Da luogo di confino per intellettuali e dissidenti a vera e propria “Cittadella della cultura e dell’inclusione”. Succede a Lipari dove, sabato sera, a conclusione del Progetto PNRR del Parco Archeologico delle Isole Eolie della Regione Siciliana, diretto da Rosario Vilardo, il teatro all’aperto del Castello di Lipari ha ospitato la tragedia classica “Prometeo incatenato” di Eschilo.

Nel ruolo del protagonista Christian Poggioni, che ne ha firmato la regia, accolto da un lungo e caloroso applauso del pubblico, assai entusiasta per la presenza degli spettacoli classici nel meraviglioso teatro di pietra cha guarda il mare.

Una produzione originale, nella direzione del teatro sperimentale e di ricerca, in cui gli attori hanno indossato le maschere riprodotte dalla digitalizzazione dei reperti del Museo Luigi Bernabò Brea di Lipari, processo finalizzato a realizzare per il PNRR copie tattili per non vedenti e ipovedenti. “Una scommessa vinta – commenta Elisabetta Matelli, storica del teatro antico (UniCatt, Milano) e autrice della drammaturgia – perché volevamo dimostrare se il reperto archeologico, in questo caso le maschere della necropoli di Lipari, riportato a misura reale potesse coinvolgere il pubblico e dunque confermare la sua funzione non solo rituale ma anche teatrale”.

Nel cast del “Prometeo Incatenato” di Eschilo anche Lorenzo Volpi Lutteri, Eri Cakalli, Margherita Rigamondi e, nel coro delle oceanine Benedetta Drago, Francesca Ferrari, Annachiara Formica, Francesca Redaelli, Arianna Sangiuliano; scene Dino Serra, costumi Stefania Parisini O’Brien, musiche Adriano Sanguineti. Maschere: Francesco Stilo per i rilevamenti digitali e la modellazione a grandezza naturale, Andrea Cavarra e Chiara Barlassina per la ricostruzione artigianale. Lo spettacolo, prodotto dall’associazione “Kerkís. Teatro Antico In Scena” di Milano, è stato realizzato con i fondi PNRR del Parco archeologico delle Isole Eolie e i fondi PRIN (Progetti di Ricerca di Rilevante interesse nazionale) dell’Università Cattolica di Milano.

 

Il “Prometeo” a teatro con le maschere museali – e la fascinazione senza tempo del teatro classico – ha quindi idealmente concluso a Lipari il PNRR del Parco Archeologico delle Isole Eolie: “Dal Museo al Teatro”, un progetto redatto da Maria Clara Martinelli, archeologa del Parco, pensato per aprire il museo e i suoi spazi anche ai visitatori con disabilità motorie, della vista e dell’udito. Ad accoglierli da sabato scorso era il nuovissimo Laboratorio Multisensoriale, realizzato in uno degli edifici più spettacolari del Parco, proteso sul mare come la prua di una nave.

 

Al suo interno, paradigmatica della collezione museale di Lipari – un gioiello di appena 70 anni che racconta la vita nelle Eolie a partire dalla preistoria con una ricchissima collezione di epoca classica – è una raccolta di 35 reperti tattili in PLA (acido polilattico) tutti da toccare e con didascalie in Braille, LIS (lingua italiana dei segni), italiano e inglese. E ancora: tre video con animazioni digitali e storytelling in LIS che sin dalle prime ore di apertura al pubblico hanno conquistato grandi e piccini, totem digitali con la mappa dei vari edifici – prezioso supporto dedicato ai visitatori autistici – tablet per scaricare l’App (fruibile con un QR code) e mascherine per sperimentare la visita al buio in una sala appositamente oscurata.

Fra le novità incluse nel progetto PNRR anche due golf car che presto saranno a disposizione dei visitatori a ridotta mobilità diretti al Museo, il bookshop e la caffetteria – con spettacolare terrazza annessa, ombreggiata da ulivi e agrumi – che saranno dati in gestione a terzi.

 

“La conoscenza è un diritto civile – ha spiegato il direttore Rosario Vilardo – per questo come Museo ci siamo posti la questione non solo dell’accesso ai luoghi di cultura, ma anche dell’adozione di linguaggi e tecniche narrative che potessero coinvolgere e includere nuovi e importanti segmenti di pubblico. E in questo il progetto finanziato dal PNRR ci è stato di grande supporto arricchendo l’offerta di uno dei musei più straordinari del patrimonio nazionale”.

A complicare le cose, a Lipari, è la stessa collocazione del Museo, arroccato su un promontorio. “Un accesso difficile per un museo distribuito su più edifici – commenta l’archeologa e redattrice del progetto PNRR, Maria Clara Martinelli – ma che adesso rendiamo più accessibile sia sotto il profilo della mobilità con le auto elettriche, sia con linguaggi dedicati (Braille e LIS) e nuovi supporti didattici grazie alle tecnologie digitali”.

 

A precedere l’inaugurazione del Laboratorio Multisensoriale e dello spettacolo “Prometeo” è stata una intensa giornata di studi sul tema delle “digital humanities”, ovvero delle tecnologie applicate al patrimonio culturale, alla didattica dell’arte e in generale alla ricerca umanistica con un proficuo confronto multidisciplinare tra docenti universitari e ricercatori (archeologi, architetti, storici dell’arte, filologi, ingegneri informatici) italiani e stranieri.

 

In occasione dell’inaugurazione, ad accogliere i visitatori nel bookshop erano le volontarie di Italia Nostra (sezione di Melilli) che negli ultimi mesi, fra le altre pubblicazioni, hanno dato alle stampe gli atti del convegno dedicato a Luigi Bernabò Brea, il grande archeologo cui è intestato il Museo e che insieme alla collega francese Madeleine Cavalier ha dedicato buona parte della sua vita alle Eolie e alla loro antichissima storia.

 

Il progetto “Dal Museo al Teatro” del Parco archeologico delle Isole Eolie della Regione Siciliana, finanziato dal PNRR con circa 500mila euro e messo a punto in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano; l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la società Naos Lab (azienda specializzata nel servizi ICT che opera tra Salerno, Catanzaro e Roma) che ha curato tutta l’elaborazione digitale. Il coordinamento scientifico è di Maria Clara Martinelli archeologa del Parco Eolie, Francesca Fatta, Docente di Disegno dell’architettura (UniRC) e Elisabetta Matelli, Docente di Storia del Teatro Greco (UniCatt).

 

 

 

ARCHEOLOGIA: LE NOVITA’ DEL MUSEO DI LIPARI PER NON VEDENTI E NON UDENTI

Cuore del progetto PNRR del Parco archeologico delle Eolie è il Laboratorio Multisensoriale allestito al piano terra del primo edificio del complesso museale del Castello di Lipari. Qui i visitatori sono accolti in uno spazio espositivo con 35 riproduzioni tattili realizzate in PLA (acido polilattico, materiale usato nella stampa 3D). Fra cui: 26 maschere della commedia e della tragedia ricavate dalle miniature esposte al museo e provenienti dai corredi funerari rinvenuti nella necropoli di Contrada Diana dalla metà del secolo scorso e oggetto di numerose campagne di scavo coordinate dai grandi archeologi Luigi Bernabò Brea e da Madeleine Cavalier; sei statuette, due vasi delle culture preistoriche e un cratere attico a figure rosse. Tutti questi prototipi, realizzati fedelmente grazie ai rilievi con laser scanner, sono completati da didascalie trilingue: italiano, inglese e braille. Completano il percorso 3 totem con la mappa degli edifici del Castello, dell’accessibilità dei singoli piani e la mappa cronologica degli scavi, qui iniziati il 20 ottobre del 1950. Anche qui in italiano, inglese, LIS e con testo speakerato per i non vedenti; tre video con storytelling tematici; infine un QR CODE per scaricare l’app che accompagna i visitatori anche con un video con la descrizione audiovisiva dei reperti e contenuti in LIS. Un’area è stata destinata al bookshop e alla caffetteria che sarà data in gestione a terzi mentre tra le novità per i “visitatori speciali” con ridotta mobilità sono stati rinnovati ascensori e montascale secondo le normative più recenti, pedane per facilitare l’accesso ai piani; segnaletica e mappe in Braille nell’area esterna e due golf car elettriche per raggiungere il Museo.

 

LA COLLEZIONE: STORIA DELLE MASCHERE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI LIPARI

Le terrecotte di soggetto teatrale sono state oggetto di un importante studio di Luigi Bernabò Brea (tra il 1981 e il 2001), tutt’oggi ritenuto di fondamentale rilevanza scientifica. Lo studioso ha curato personalmente la scelta dei reperti e la loro collocazione nelle vetrine del Museo di Lipari a lui intitolato creando un percorso scenografico arricchito anche da miniature di palcoscenici teatrali.

La collezione è composta da numerosi esemplari di statuette e maschere riconducibili ai generi teatrali in uso all’epoca: tragedia, dramma satiresco, commedia. Le terrecotte provengono, in massima parte, dai corredi funerari delle tombe di Contrada Diana e da fosse votive situate nell’area della necropoli. Si tratta di riproduzioni in miniatura delle maschere che gli attori portavano sul volto durante la recitazione sia per amplificare il tono della voce, sia per interpretare i diversi ruoli loro assegnati, compresi quelli femminili. Accanto alle maschere figurano statuette di danzatori e danzatrici, di attori comici, di giocolieri nonché di satiri e sileni, fedeli e allegri compagni di Dioniso (testi Maria Clara Martinelli, archeologa).

INFO https://parchiarcheologici.regione.sicilia.it/isole-eolie/biglietti/museo-luigi-bernabo-brea-lipari/