È stata la città dello Stretto a ospitare, ieri sera, lunedì 16 giugno, presso gli spazi di Palazzo Leoni in Corso Cavour, il terzo appuntamento de “LA SFIDA DELLA SOSTENIBILITÀ – Stakeholders a confronto”. Questo il percorso in cinque tappe che Manageritalia Sicilia, con il coordinamento del vicepresidente Davide Frangiamore, ha ideato per dialogare con le business community, le istituzioni, le università e le imprese locali sul futuro di questa fondamentale transizione economica e sociale.
“L’appuntamento di oggi rappresenta un’occasione preziosa per riflettere insieme: manager, imprese, mondo universitario e istituzioni su come la sostenibilità possa diventare un vero elemento distintivo e competitivo, capace promuovere una cultura sempre più condivisa e concreta sui temi della sostenibilità in grado di generare valore per l’intero ecosistema economico e sociale siciliano” così commenta l’iniziativa Carmine Pallante, presidente di Manageritalia Sicilia che prosegue:” la sostenibilità è un volano di crescita, perché migliora la nostra reputazione, stimola l’innovazione interna e ci apre nuove opportunità di sviluppo. In un contesto in rapida evoluzione come quello attuale, chi sa raccontare con coerenza il proprio impegno per la sostenibilità ha un vantaggio competitivo reale e duraturo”.
“L’approccio manageriale dell’incontro di oggi è un utile spunto anche per l’attività degli Enti Locali” così ha commentato il Sindaco di Messina Federico Basile che prosegue: “Infatti, lo spirito pragmatico fatto di teoria e pratica è fondamentale per dare concretezza ad azioni volte a sviluppare sempre più sostenibilità economica, sociale ed ambientale nei nostri territori. Noi amministratori dobbiamo sviluppare sinergie con gli altri attori oggi presenti qui e fare rete e iniziative comuni”.
Se si considera lo score ambientale elaborato CRIF (vedi grafico), le regioni più virtuose sono Lombardia e Piemonte, con oltre il 60% delle aziende con un alto livello di adeguatezza. La Sicilia si classifica al penultimo posto con solo il 10% di aziende ad un alto livello di adeguatezza, seguita solo dalla Valle D’Aosta al 2%. Dati che esprimono quanto ancora ci sia da fare per favorire e affermare una nuova cultura della sostenibilità e dei vantaggi economici che essa comporta.
Focus di questa terza tappa è stata “la rendicontazione della sostenibilità” intesa non solo come obbligo normativo, ma vero e proprio elemento strategico in termini di crescita, reputazione, comunicazione e dialogo con gli stakeholder. Uno strumento indispensabile per veicolare e promuovere le performance aziendali in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG), nonché mezzo capace di attrarre capitali da parte di potenziali investitori, oggi sempre più attenti alle ricadute sociali, ambientali ed etiche dall’attività d’impresa.
Il lungo pomeriggio ha visto alternarsi il contributo di accademici, esperti del settore, testimonianze aziendali e confronti con i giovani studenti che nel corso dei loro interventi hanno esplorato i principali strumenti applicativi, l’evoluzione normativa e le opportunità che la “rendicontazione sostenibile” offre in termini di crescita, reputazione e dialogo con gli stakeholder.
Oltre a Caterina Damiano, sustainability manager Damiano S.p.A., che ha raccontato l’esperienza vincente di questa azienda del territorio, hanno preso la parola, in interventi singoli e in una tavola rotonda finale, esponenti del mondo accademico e professionale.
Giuseppe Ioppolo, professore ordinario di Scienze Merceologiche Università degli studi di Messina, ha detto: “la buona impresa è quella che crea valore all’interno, ma anche all’esterno, stimolando e alimentando così un ecosistema tutto coinvolto e volto alla sostenibilità. In questo abbiamo tutti un ruolo”.
Carlo Vermiglio, professore ordinario di Economia Aziendale Università degli studi di Messina, ha detto: “i cambiamenti politici hanno sicuramente un impatto, come avviene oggi alla luce del nuovo corso USA meno attento con Trump alla sostenibilità. Ma se la cultura d’impresa e quella sociale sono forti e convinte dell’importanza della sostenibilità l’obiettivo finale resta ben saldo e delineato nel suo percorso. A riprova di questo, oggi sono molte le aziende che fanno rendicontazione della sostenibilità su base volontaria e non per obblighi di legge”.
Giovanni Coci, partner KPMG ha detto: “la vera spinta a rendere conto dei risultati della sostenibilità ha due matrici: una finanziaria, legata all’interesse di chi investe per attività green e più in generale sostenibili, e soprattutto quella per dare risposta a esigenze e richieste dei consumatori e degli stakeholder”.
Ha chiuso l’interessante pomeriggio Davide Frangiamore, vicepresidente Manageritalia Sicilia e organizzatore del progetto, che ha dichiarato:” L’appuntamento di oggi non è stato solo un momento di confronto ma un vero e proprio laboratorio di idee, dove costruire insieme una cultura della sostenibilità solida, condivisa e orientata al futuro. Perché oggi più che mai, rendicontare significa agire, ispirare e guidare il cambiamento anche e soprattutto in Sicilia unendo: imprese, istituzioni, mondo accademico, manager e l’entusiasmo dei giovani studenti”.
Hanno preso parte ai lavori anche Francesco Vito, presidente ODCEC Messina – Giovanni Cardullo, segretario Ordine Consulenti del lavoro di Messina – Luisa Quarta, Consiglio direttivo Prioritalia e presidente Cassa Sanitaria Carlo De Lellis e il Professor Antonio Musicò con gli studenti dell’Istituto Antonio Maria Jaci che all’interno del progetto food4mind di Manageritalia hanno sviluppato supportati da docenti e manager progetti di rendicontazione di sostenibilità.
Il prossimo appuntamento del ciclo d’incontri “La sfida della sostenibilità. Stakeholder a confronto” di Manageritalia Sicilia è in programma per venerdì 3 ottobre a Ragusa sul tema della sostenibilità e dei sistemi di gestione.