Nella mattinata di oggi nella città dello Stretto la Funzione Pubblica CGIL ha indetto sciopero nazionale del personale precario del Ministero della Giustizia, per denunciare l’insufficienza delle risorse stanziate per la sua stabilizzazione. Nel Distretto Giudiziario di Messina si è registrato oltre il 70% di adesione, ed oltre 80 dipendenti provenienti da tutto il Distretto, hanno effettuato un presidio davanti alla Prefettura di Messina per chiedere al rappresentante locale del Governo di farsi portavoce delle loro legittime istanze.
Ad oggi sono impiegate nell’Ufficio per il Processo 11.946 (dati di luglio 2025) unità di personale, reclutate a far data dal 2022, mediante procedure connesse all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con l’obiettivo di abbattere l’arretrato delle pendenze giudiziarie e di ridurre i tempi di durata dei processi.
A fronte di un investimento di 2,2 miliardi di euro, questo è stato forse il progetto più riuscito del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza, in particolare nel distretto di Messina non solo si sono raggiunti e superati gli obiettivi PNRR, ma addirittura i Tribunali di Barcellona Pozzo di Gotto e Patti hanno superato gli obiettivi programmati, facendo registrare uno smaltimento delle pendenze superiore al -96,1%, e posizionandosi così nella top ten nazionale.
Negli uffici giudiziari del distretto di Messina lavorano, oggi, 256 lavoratrici e lavoratori, così suddivisi n. 63 Corte d’Appello, n. 4 alla Procura Generale, n. 110 al Tribunale di Messina, n. 38 al Tribunale di Patti e n. 32 al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, ma nonostante il significativo contributo fornito, la metà di questi precari, il prossimo 30 giugno 2026 vedrà concludersi la propria esperienza lavorativa.
Si tratta di Funzionari Addetti all’Ufficio per il Processo (AUPP), Funzionari Tecnici di Amministrazione ed Operatori Data Entry, che in questi anni hanno messo al servizio dello Stato le proprie competenze e la propria professionalità, rispondendo alla domanda di giustizia dei cittadini e garantendone l’efficienza, la velocità e la certezza.
Allo stato risultano stanziati fondi per la stabilizzazione di sole 3.000 unità, cui si dovrebbero sommare i finanziamenti per la stabilizzazione di ulteriori 3.000 unità, da inserire nella finanziaria di quest’anno, per un totale di 6.000 (sui 12.000 impiegati nei Tribunali di tutta Italia).
“L’impegno manifestato dal Governo di confermare solo la metà del personale attualmente in servizio, non solo avrà gravi conseguenze per i suddetti precari, ma anche per tutto il personale a tempo indeterminato, già oberato da gravosi carichi di lavoro, nonché per l’intero sistema giudiziario italiano, con evidenti ricadute negative in termini di risposte di giustizia per tutti i cittadini (processi più lenti, aumento delle pendenze, accumulo di arretrato).
Gli eccellenti risultati raggiunti a seguito dell’implementazione delle dotazioni organiche degli uffici, con personale altamente specializzato e con buone competenze digitali, impiegato da oltre tre anni (a supporto della magistratura, dei servizi di cancelleria, degli uffici amministrativi e dell’attività di udienza) rischiano di andare in fumo in breve tempo.
La giustizia italiana non può permettersi di tornare indietro, sprecando l’occasione di stabilizzare personale già formato, integrato negli uffici ed ormai necessario per assicurare continuità e qualità alla giustizia italiana.
A chiederlo a gran voce non sono solo i diretti interessati, ma nello stesso senso si sono espresse anche ANM (Associazione Nazionale Magistrati) sia dalla ADG (Associazione Dirigenti Giustizia) che non hanno mancato di manifestare pubblicamente il loro sostegno al personale precario dell’amministrazione della giustizia, assunto con fondi PNRR.
“La giustizia italiana ha bisogno via strutturale del lavoro di tutti questi lavoratori, anche dopo la scadenza del PNRR . Senza il prezioso contributo quotidiano di tali operatori, la macchina della giustizia- già gravata da arretrati e carichi di lavoro imponenti – rischia il collasso, e la cui stabilizzazione “è fondamentale per garantire continuità e qualità dei servizi giudiziari, evitando la perdita di competenze preziose. “… “ il danno della perdita del personale PNRR in tutte le categorie determinerebbe negli uffici giudiziari una paralisi delle attività difficilmente rimediabile, con buona pace di tutti gli sforzi sostenuti finora per l’efficientamento del servizio Giustizia.”
Ecco invece il documento dell’Associazione Dirigenti Giustizia inviata: “Al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia
Dott.ssa Giusi Bartolozzi
Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
Dott.ssa Lina Di Domenico
Direttore Generale del Personale e della Formazione
Dott.ssa Mariaisabella Gandini
Oggetto: Stabilizzazione del personale precario PNRR
Gent.me,
l’Associazione Dirigenti Giustizia esprime il proprio pieno sostegno al personale precario dell’amministrazione della giustizia, assunto con fondi PNRR. In particolare, vogliamo richiamare l’attenzione sull’importanza di stabilizzare tutte le risorse attualmente impiegate a tempo determinato, tra cui addetti UPP, operatori data entry, tecnici di amministrazione, tecnici edili, tecnici contabili e tecnici IT.
La loro stabilizzazione è fondamentale per garantire continuità e qualità dei servizi giudiziari, evitando la perdita di competenze preziose.
Già la concorrenza delle altre Pubbliche Amministrazioni, con innumerevoli concorsi, ha nell’ultimo biennio falcidiato le migliori risorse tra i nostri giovani e talentuosi precari che, per l’obiettiva incertezza del futuro all’interno della Giustizia, spesso obtorto collo, hanno dovuto prendere possesso altrove. E la concorrenza è talmente impari, che transitano in altri Ministeri anche i giovani funzionari assunti in Giustizia a tempo indeterminato nell’ultimo quinquennio.
Inutile sottolineare che il danno della perdita del personale PNRR in tutte le categorie determinerebbe negli uffici giudiziari una paralisi delle attività difficilmente rimediabile, con buona pace di tutti gli sforzi sostenuti finora per l’efficientamento del servizio Giustizia.
Per questo motivo è fondamentale in primo luogo che si addivenga alla stabilizzazione di tutto questo personale precario senza soluzione di continuità e, in secondo luogo, ma non per importanza, che si giunga rapidamente, e prima di procedere alla stabilizzazione, alla definizione dell’accordo integrativo sulle famiglie professionali, anche al fine di avere l’auspicato inquadramento degli attuali addetti UPP nell’ambito dell’attività delle cancellerie, pur con le particolarità che si riterranno di mantenere.
Siamo certi che una soluzione stabile per questo personale, sia nell’interesse di tutti, del Paese e del personale giudiziario, e possa contribuire al miglioramento del sistema giustizia.
Disponibili ad ogni interlocuzione porgiamo saluti cordiali”.