Condividi:

Sulla chiusura dello stabilimento Cargill di Giammoro a Pace del Mela che rappresenta un duro colpo al tessuto sociale e produttivo del territorio, intervengono gli On. Galluzzo di Fdi e On. Sciotto di Sud Chiama Nord. 

“La chiusura dello stabilimento Cargill costituirebbe un duro colpo al tessuto sociale e produttivo del territorio e farebbe perdere numerosi posti di lavoro anche nell’indotto”.

Lo afferma il deputato regionale Pino Galluzzo (Fratelli d’Italia), aggiungendo: “L’annuncio della multinazionale non sembra motivato da ragioni sufficienti per una decisione così drastica, che contesterò con forza in tutte le sedi. Urge un tavolo di confronto istituzionale con la convocazione dell’azienda per approfondire nel dettaglio la questione e salvaguardare a tutti i costi la continuità produttiva e i livelli occupazionali di una realtà così importante per il comprensorio”.

Sulla questione Cargill, interviene anche l’On. regionale Matteo Sciotto che sollecita “risposte immediate”.
“Lo stabilimento di Giammoro non è una fabbrica qualsiasi: è una delle sole tre aziende al mondo che produce pectina da agrumi freschi, utilizzando limoni siciliani dalle proprietà uniche.
Un’eccellenza internazionale che la Sicilia rischia di perdere. Da anni la multinazionale Cargill ha smesso di investire: niente nuove assunzioni, linee produttive ferme d’estate, promesse di trovare un acquirente mai mantenute.
E oggi 50 famiglie vivono nell’angoscia, senza sapere cosa accadrà domani.
Questa è una beffa inaccettabile per il nostro territorio.
Quando Cargill acquisì lo stabilimento promise sviluppo e crescita. Oggi, pur versando in ottima salute finanziaria a livello globale, vuole abbandonare la Sicilia per delocalizzare altrove. Come sempre, il Sud paga il prezzo delle scelte strategiche delle multinazionali.
Oggi ho presentato un interrogazione parlamentare chiedendo ufficialmente alla Regione:
Di convocare immediatamente un tavolo istituzionale con Cargill, sindacati e amministrazioni locali Di attivarsi con il Governo nazionale e il Ministero delle Imprese per garantire continuità produttiva e tutela dei lavoratori
Di valutare ogni soluzione possibile – dalla riconversione industriale a modelli ibridi – per salvare questo patrimonio Di predisporre subito ammortizzatori sociali e sostegno al reddito per i lavoratori, se dovesse partire la procedura di licenziamento
Non permetterò che 50 famiglie vengano abbandonate al loro destino.
Questo stabilimento rappresenta lavoro, dignità, futuro. Rappresenta competenze uniche che non possono essere disperse. Rappresenta un territorio che ha creduto nelle promesse e che oggi merita rispetto. La mia battaglia per salvare la Cargill è appena iniziata. E non mi fermerò finché non avremo ottenuto giustizia per questi lavoratori e per la nostra terra”.