Condividi:

Nuova vita per la preziosa tela del Seicento “Trionfo del Santissimo Sacramento e Santi”, che dopo un restauro seguito ad un lungo periodo di abbandono, sarà ricollocata nella parrocchia di Santa Maria Annunziata.

Il pregiato dipinto, che negli anni sessanta era stato tolto dalla sua sede originaria, sarà posto nella parrocchia del borgo messinese domenica 22 settembre, e per celebrare il momento  alle 18.30 avrà luogo una Messa con la benedizione della tela.

Seguirà alle 19.30  una conferenza a cui parteciperanno Don Paolo Impalà, parroco di Santa Maria Annunziata, Matteo Sciotto, sindaco di Santa Lucia de Mela, Libero Rappazzo, insegnante e segretario del Consiglio pastorale parrocchiale, Stefania Lanuzza, storico dell’arte della Soprintendenza per i Beni Culturali di Messina, e Marianna Saporito, restauratrice.

Le sorti della tela sembravano essere segnate per sempre, quando negli anni Sessanta fu staccata dalla chiesa di Santa Maria Annunziata per finire in stato di completo abbandono nella torre campanaria della parrocchia. A trarre fuori da un destino segnato da incuria e dimenticanza  furono due luciesi: Libero Rappazzo e Monsignor Dionigi Scoglio, che la trasferirono  al deposito di Palazzo Arcivescovile.

Il merito di aver restituito l’opera alla comunità, in seguito ad accurato restauro di Marianna Saporito, è da attribuire al parroco di Santa Maria Annunziata, Don Paolo Impalà, che ha finanziato personalmente i lavori.
“Ho voluto celebrare così il mio venticinquesimo anno di sacerdozio – dice il parroco – facendo cioè un dono a una comunità a cui mi sento molto legato. E allo stesso tempo pensando anche ai posteri: questa preziosissima testimonianza del passato rischiava di essere perduta per sempre. E quando si smarrisce un tassello di storia di una comunità, è come perdere un po’ alla volta la memoria collettiva”.

Il dipinto, che risale al primo Seicento, raffigura Santa Rita da Cascia, i Santi Pietro e Paolo e probabilmente Sant’Agata.

Verosimilmente è stato ridipinto nel Settecento, e di ciò  si è dovuto tener conto durante il restauro. Quello che ora riaffiora è un lavoro di notevole pregio, della prima parte del XVII secolo, con influenze manieristiche di eccellente fattura.

Finalmente, dopo un oblio durato cinquanta anni, l’opera torna lì dove era stata concepita.

Livia Di Vona