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Ieri sera si è sparsa la voce anche tramite i social di un nuovo orrore perpetratosi nella nostra Barcellona Pozzo di Gotto: quattro cuccioli di cane sono stati bruciati vivi nella zona di Santa Venera. Avvolti in dei giornali e gettati come spazzatura. Dei responsabili nessuna traccia.

Uno morto ieri, un altro nella notte, altri due gravi ma si spera possano essere salvati. Immediata la reazione dell’Assessore Avv. Angelita Pino che ha preannunciato che sporgerà denuncia-querela. In rete sono stati postati centinaia di commenti di rabbia, sconcerto, tristezza, disgusto, insieme a proposte varie per reagire a questa aberrante realtà che da qualche tempo sta prendendo piede in città. 

Dal semplice cittadino, alla figura istituzionale, dal giovane all’adulto tutti vorrebbero non appendere mai notizie come questa, ma purtroppo a volte è triste ma doveroso raccontare la realtà dei fatti e la cruda verità, anche da parte di chi da sempre cerca di evidenziare il lato positivo di una comunità. In questi casi ciascuno dice la sua ed è comprensibile, ed allora ecco che puntualmente sentiamo/leggiamo “ci vorrebbero più telecamere”, “pene certe per questi infami”, “denunciare”, arrivando ad invocare addirittura la legge del taglione, che questi disumani assassini meriterebbe veramente.

Qui vorremmo invece comprendere il perché un essere umano arriva compiere gesti di questo tipo. Ovviamente non con il rigore tipico di chi si occupa professionalmente di questi casi, ma da semplici persone con un minimo di civiltà e di valori etico morali. Il problema principale e fondamentale è che si sono persi i valori fondamentali, l’abc che viene costruito da ciascuno di noi e su ciascuno di noi sin dalla prima infanzia ed a seguire nella fondamentale fase dell’adolescenza. Stendiamo un velo pietoso su certi genitori di oggi, ma se poi viene fuori un essere umano che di umano non ha un bel niente a tal punto da bruciare vivo un cuccioletto, allora esistono delle colpe. Si deve partire da lontano per farci tornare in una società migliore, facendo comprendere ai nostri ragazzi cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa si fa e cosa non si può e non si deve fare, tornando magari ai salutari ed educativi “scappellotti”.

Che dire di due giovani mamme viste ieri sul lungomare di Spinesante, le quali affiancate con una mano spingevano distrattamente le rispettive figlie sull’altalena, con l’altra guardavano lo smartphone e neanche dialogavano fra loro. Questa è la triste e diremmo addirittura drammatica immagine dei nostri tempi: un bimbo, un figlio, dovrebbe rappresentare la bellezza della vita, l’amore, e non essere trattato quasi con indifferenza perché si deve in quel momento postare magari un selfie su Instagram o commentare un post dell’amico. Tutto ciò poi porta indifferenza dove dovrebbe esserci condivisione, crudeltà dove dovrebbe regnare amore. Un cuccioletto di cane dovrebbe “naturalmente” ispirare tenerezza, a tutti. Se invece di accarezzarlo e coccolarlo c’è qualcuno che lo brucia vivo, riflettiamo… questo è un delinquente da punire, una persona cattiva e probabilmente un futuro omicida. Al tempo stesso dovremmo però chiederci tutti se facciamo quotidianamente il nostro dovere, dando l’esempio ai più giovani, a coloro che saranno gli uomini di domani, nella speranza che non si verifichino più episodi come quello di ieri nella “civile” Barcellona Pozzo di Gotto.

(Foto: Associazione Amici degli Animali Barcellona Pozzo di Gotto)