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Un progetto che coinvolge due aree marine siciliane: quella di Siracusa e quella di Milazzo. E che punta non solo al recupero delle reti da pesca e dalle plastiche che si trovano anche ad una profondità di 30 metri ma alla sensibilizzazione delle comunità locali ed in particolare delle scuole.

Questo pomeriggio nella sala giunta di palazzo dell’Aquila l’iniziativa denominata “Let’s free the sea” è stata presentata dai rappresentanti di due distretti rotariani e di quattro club service, tra i quali il Rotary di Milazzo e da Sabina Airoldi responsabile delI’Istituto di ricerca Tethys (Tethys Research Institute). All’incontro sono intervenuti il sindaco Giovanni Formica, il presidente dell’Area marina protetta, Giovanni Mangano, il comandante della Capitaneria di porto, Francesco Terranova, il presidente del Rotary di Milazzo, Calogero Ficili ed i titolari dei diving locali i (Blunauta, Dugongo e Acquatica).
«I fondali dell’Area marina protetta di Capo Milazzo sono una risorsa di valore inestimabile – è stato sottolineato nei vari interventi –. Una risorsa che va difesa da tutto ciò che può inquinare e oggi purtroppo sono presenti pneumatici, tanta plastica e reti e lenze da pesca che rappresentano un grave danno per l’habitat marino. Ecco perché è necessario intervenire».
L’attività di recupero sarà effettuato nei mesi di marzo ed aprile e sarà preceduta da una fase di divulgazione del rispetto del mare nelle scuole assieme a Capitaneria, Comune e alla stessa area marina protetta.

Una iniziativa alla quale guarda con fiducia il sindaco Formica. «Tutelare la risorsa mare – ha concluso – significa proseguire quel percorso che oggi ci vede scegliere la direzione turistica rispetto a quella industriale che c’è stata negli anni Sessanta, e sono certo potrà rappresentare il volano per lo sviluppo di un filone turistico di qualità».