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Riceviamo e pubblichiamo integralmente dal Prof. Carmelo Aliberti, scrittore, poeta, uomo di cultura da anni trapiantato al nord, una lettera aperta indirizzata all’Amministrazione comunale di Barcellona Pozzo di Gotto ed alla Pro Loco ‘A. Manganaro’ riguardo l’istituzione del Premio Internazionale dedicato a Bartolo Cattafi. 

“Gent.mo giornalista, caporedattore di Orawebtv, Alfredo Anselmo, Le invio questa lettera aperta all’Amministrazione Comunale e alla Pro Loco (l’ennesimo appello) per sollecitare l’organizzazione di un democratico Premio Internazionale con la partecipazione anche della città, come si fa per lo Strega e per il Campiello. Ho indicato anche altri nomi illustri barcellonesi che meritano di essere ricordati, non con la solita cantilena elogiativa, ma lasciando segni precisi e per sempre nella città, che possono essere attrazione per un turismo culturale e possono essere stazioni di sosta e di spiegazione in loco e recitazione di versi dei poeti onorati. Insomma ho proposto percorsi culturali individualizzati con il fissaggio su marmo poesie, per esempio per Cattafi, sulle facciate dei luoghi cari al poeta con una scaletta di poesie, attraverso cui, chi legge potrà percorrere un viaggio omogeneo e lineare nella poetica di Cattafi. Così per Nino Pino, Emilio Isgrò, il pittore Leotti ed altri. Un caro saluto e auguri di una serena Pasqua.”

                    LETTERA APERTA

Ho appreso con sommo piacere che avete informalmente concordato  la decisione di riprendere l’organizzazione del PREMIO CATTAFI, di cui io sono stato cofondatore e Vicepredente della Pro Loco, fin dalla sua rinascita, anni dopo l’abbandono del prof. Manganaro, altro uomo illustre della città, da tutti amato, oltre da coloro che hanno avuto il privilegio di averlo come loro docente. A lui il sottoscritto deve tanto, non solo per la leale amicizia che ci legava, ma anche perché egli traduceva gli articoli che la stampa greca scriveva sulla mia poesia e rispondeva in greco moderno alle lettere dei miei colleghi e giornali greci. La città gli ha reso l’onore di dedicargli la più gloriosa e benemerita istituzione culturale barcellonese. Inoltre, eravamo sempre insieme a pranzo o a cena, a Milazzo e a Barcellona o altrove. Insieme eravamo nella giuria del Premio Città di Terme Vigliatore 1975 , con Nino Pino, Giuseppe Miligi (eccellente studioso del Futurismo) e fummo onorati di essere a cena, ospiti del Cavaliere Perroni, che vedendo il locale affollatissimo di gente venuta per il Premio, felice, volle offrire la cena a tutti i presenti. Una cena memorabile, ricca di amicizie e di conversazioni culturali. Manganaro mi fu vicino anche quando io portai nel Liceo classico di Barcellona lo scrittore Michele Prisco, per un incontro con gli allievi del Liceo. Cattafi fu il vero mio Primo Maestro di Poesia e di modestia di vivere, pur nella grandezza. Incominciai a leggerlo fin dalle sue prime opere, avute proprio da Manganaro e in quel “Nel centro della mano” rimasero sempre vivi quei versi, che spesso oggetto delle mie riflessioni, mi insegnarono alcune tecniche di far poesia. Poi seguirono le letture delle opere successive, sempre più impegnative del “trobar clus”, dove occorreva un maggiore impegno di lettura, anzi letture ripetute, per poter riuscire ad illuminare di significato alcuni lembi di un ben sigillato tormento di vivere interiore, che talvolta affiorava come un fulmine improvviso, dalla cerniera delle strutture, che esplodevano come un proiettile, denso di dolore, e vagante nella girandola lacerante dei suoi versi, quando il furore interiore per l’irrazionalità del mondo non poteva essere più contenuto. Così la poesia serviva a Cattafi come momento di depurazione interiore dai veleni della quotidianità esistenziale. Allora il suo sguardo si placava nello stupendo paesaggio che avvolgeva la sua Villa di Terme Vigliatore, il paesaggio dei miti, ma soprattutto la suprema bellezza del paesaggio naturale, che riempiva il suo respiro del riflesso della bellezza divina. Ho scritto ben 5 volumi per analizzare la sua intensa e talvolta impenetrabile architettura organizzativa dei versi e l’elevatissimo contenuto della sua scrittura e l’ho ricordato con Convegni o presentazione dei suoi libri in diverse città italiane. Ma soprattutto ho dedicato a tutta pagina una copertina della mia Rivista TERZO MILLENNIO e un esauriente profilo completo sulla sua unica voce poetica. Recentemente, ho portato a termine la mia faticosa opera LETTERATURA E SOCIETA’ ITALIANA DAL II OTTOCENTO AI NOSTRI GIORNI, in 5 volumi di circa 4000 pagine, che ospita un profilo nel II Volume e un intero saggio nel IV  volume. L’opera, già molto apprezzata e attesa, sarà presentata in Sicilia alla fine di luglio, in modo che tutti i barcellonesi sappiano ciò che il sottoscritto ha fatto, non solo per il grande Cattafi, ma anche per gli altri grandi scrittori e poeti per la città a me cara, perché vi ho abitato, sia come studente che come docente e promotore di cultura, sia nelle scuole che al servizio del Comune. Ora che l’Amministrazione e La Pro Loco ufficialmente comunicano  che il progetto del Premio si avvia a diventare realtà, occorre che abbia un respiro internazionale, per una più capillare e vasta diffusione della sua opera, in modo che la sua poesia raggiunga un vastissimo pubblico, perché la poesia di Cattafi, se ben conosciuta, rafforza gli strumenti razionali e analitici dell’uomo che, fornito di tali strumenti di lettura, sarà in possesso di strumenti necessari per capire ancora di più, anche le problematiche esistenziali. La critica ha già colto certi collegamenti tra Dante e Cattafi. Ma chi non ha subito l’influenza dantesca sia nella propria opera, che nell’esempio del suo viaggio esistenziale. DANTE, oltre che Padre della patria, è il più grande poeta di tutti i tempi, ma anche un modello di uomo unico e noi italiano dovremmo essere orgogliosi di averlo e di acquisirlo come maestro di vita individuale. Quest’anno ricorre il settimo centenario della sua scomparsa. Lo Stato lo ha già ricordato nello stesso giorno della sua lontana scomparsa. Il Grande Benigni lo ha fatto, collegandolo con l’attualità, in TV. Anche io nel mio breve spazio esistenziale, a 16 anni fondai nel mio paese il CIRCOLO DANTE ALIGHIERI, affiancato da un giornalino murale, a Barcellona la Società Dante Alighieri  si è occupata della mia opera con un Convegno, svoltosi nell’aula Magna del Liceo Valli, per iniziativa del Benemerito Preside Franco Speciale ed ora, ho lavorato per un anno ad un romanzo, intitolato BRICIOLE DI UN SOGNO, in cui protagonista è una Beatrice e punto di riferimento assoluto un busto di bronzo di Dante, rinvenuto da mia madre, mentre  zappava la terra e, molto sorpresa, ne fece fare un piedistallo di legno e me lo fece trovare sulla scrivania accanto ad un vaso di fiori. È un romanzo di denuncia e di formazione e sulla copertina campeggia un dipinto in olio, opera dell’artista barcellonese Cettina Pipitò. Continuando il discorso sul Premio, io nei miei interventi, ho pensato ad un premio democratico, come lo Strega o il Campiello, in modo che anche l’intera città partecipi, suggerendo, anche se qualcuno malignamente ha pensato di non aver bisogno di suggerimenti, espressione non certamente in linea con il nuovo passo democratico e partecipativo, che rinnova un modello culturale obsoleto, calato dall’alto, per puro esibizionismo personale e non per trasformare un importante evento,in avvenimento  stimolatore di cultura in una città. Allego alla presente la lettera aperta che io ho indirizzato alla consigliera RAFFAELLA CAMPO, per sottoporla All’amministrazione, che non so di quale linea politica sia, perché Cattafi non è un numero di partito, ma è un preziosissimo patrimonio dell’intera città. POTETE LEGGERE SUL SITO DI TERZOMILLENNIO i numerosi miei interventi a favore dell’organizzazioni del Premio Cattafi e a favore di altri illustri personaggi che hanno onorato Barcellona. Ora sento il bisogno interiore di offrire ai lettori e ai cultori di Cattafi alcuni miei versi, tratti dal mio poemetto ITACA (tradotto in 15 lingue) e “gridati” a Cattafi per soccorso nel terribile guado dell’operazione poetica.

Da ITACA di CARMELO ALIBERTI

(invocazione a CATTAFI e a NINO PINO

Sognavo nei flutti del Longano

L’approdo all’isola invisibile

Degli angeli.25

I remi affondavano nei gorghi

Degli ipogei marini

Dove ruggiva l’Orca….

Sulla lama del lido a Marchesana

Appeso ai frangiflutti delle nuvole

Dentro gli abbagli del sole mattutino

Ero in attesa di un canto di Sirene (…)

Non meno significativi sono per noi, poco più avanti, i versi in cui dantescamente appaiono, a sostegno del poeta in pericolo, le sue due “guide” (vv. 27 ss):

Cattafi sul labbro del cratere

Oltre la curva impossibile

Dietro il promontorio

La curva degli agguati

Che mai oltrepassò “persona viva”

“Ah! Bartolo, Bartolo” gridai

“come potrà la prua inerme

Varcare l’insidia delle acque

Del regno di Adelasia possessiva

Che inghiottì in idre di passione

Marinai audaci, eroi e dei? (…)

Dai “moli protesi” Nino Pino

Barcellonese, anarchico, francese,

libero di scienza e di poesia,

scorgendomi sulle schiume procellose

dove l’Orca di ‘Ndrija tese l’agguato,

“Voga! Voga!, mi esorta, marinaio

Di armonie e di stelle

Che illuminano perle di sudore

Sulle guance, sulle dita, nel cuor

Dei crocifissi nel giorno della storia

Degli schiavi dell’ideologia”, mi dice. (…)

Qui il poeta fa magicamente apparire davanti ai nostri occhi gli amici poeti Bartolo Cattafi e Nino Pino Balotta (entrambi di Barcellona e quindi quasi suoi compaesani): al primo lancia lui stesso un disperato grido d’aiuto una volta in un linguaggio ancora una volta in un linguaggio notevolmente “connotato” dall’uso di figure e da una ripresa allusiva tipologicamente insolita, che potremmo chiamare “plurima” (o doppia); il secondo, invece, è introdotto a rivolgere pressante invito all’Autore perché, “marinaio di armonie e di stelle”, non smetta di andare avanti nel suo impegnativo viaggio e continui a vogare. Va qui osservato che l’ampia menzione/celebrazione di questo personaggio carismatico, strenuo difensore dei deboli e degli oppressi, uomo di scienza e di cultura, apprezzato poeta e, soprattutto, spirito libero come pochi, è una chiara e precisa indicazione degli orientamenti e delle convinzioni di fondo anche del cittadino e dell’intellettuale Carmelo Aliberti. E concludiamo con una considerazione.

Questi 33 versi aggiunti nella seconda edizione, che non sono solo un doveroso omaggio ad un Maestro di Scienza e di Umanità, hanno di certo conferito ulteriore valore a quello che il sottotitolo definisce “dramma lirico”. Ancor più motivatamente si può affermare che ITACA è la perla più brillante (fin qui) creata dalla fantasia di Carmelo Aliberti,”sacerdos Musarum” dei giorni nostri , già autore di tanti componimenti di grande suggestione e di sicuro valore poetico.

FRANCESCO PUCCIO