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C’è un’atmosfera carica di attesa a Novara di Sicilia. Dopo anni di lavoro e di impegno collettivo, e soprattutto dopo un’importante opera di restauro, la cripta della Chiesa Madre del borgo messinese sarà di nuovo aperta al pubblico, significativamente dal 31 ottobre.

Direttore scientifico dei lavori è stato l’antropologo Dario Piombino-Mascali, docente all’Università di Vilnius e con una lunga e prestigiosa carriera alle spalle, in qualità di ispettore onorario del patrimonio mummificato della Sicilia dell’Assessorato ai Beni culturali e all’identità siciliana, diretto da Francesco Scarpinato.
Insieme allo studioso, il progetto – sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Messina guidata da Orazio Micali, con il placet dell’ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela, e la committenza dell’Arcipretura di Novara di Sicilia – è stato portato avanti assieme alla ditta Tra-Art Restauri – Gangi di Giuseppe Inguaggiato, che si è avvalsa del restauratore specializzato Jens Klocke e degli antropologi Enikő Szvák e Arturo Giacobbe.

“Tutto è nato molto tempo fa, nel 2008, in seguito al documentario che ho girato con National Geographic sulle mummie di Sicilia, tradotto e diffuso in tutto il mondo. Da quell’anno – afferma Piombino-Mascali – abbiamo iniziato a ipotizzare insieme alla comunità la possibilità di un restauro, necessario per una conservazione decorosa delle mummie e della cripta che le contengono”.

“È partito tutto dal basso, dalla comunità. Dopo quel primo incontro con Dario Piombino-Mascali– racconta Salvatore Bartolotta, tra gli animatori del progetto di restauro, e in generale, attivista nella riqualificazione di Novara di Sicilia, già vicesindaco e presidente regionale dell’associazione borghi più belli d’Italia – abbiamo negli anni attivato una raccolta fondi. Attraverso questo sistema e il contributo dell’Arcipretura, sono stati raccolti circa 11mila euro ed è stato possibile effettuare il restauro. A me sembra un sogno, non ci credevo più”.

Il restauro ha riguardato 6 mummie e uno scheletro, tutti prelati ottocenteschi vestiti secondo le usanze del tempo.

“Non è stato un lavoro facile – commenta Piombino-Mascali – io e i miei colleghi ne siamo stati completamente assorbiti per oltre due settimane. Si è trattato di rimettere gli elementi in posizione anatomica e di consolidarli, di risarcire gli abiti d’epoca, che sono stati puliti e microaspirati. La cripta è stata inoltre bonificata. Siamo felici di avere restituito dignità sia al luogo che ai corpi, nel rispetto completo delle procedure e dei principi etici che dovrebbero guidare chiunque abbia a che fare con resti umani, adottando rigorosamente tecniche non invasive, in modo da non alterare la conformazione originaria delle mummie. La comunità di Novara di Sicilia è stata davvero straordinaria: si è preoccupata di tutto, dal cibo al caffè, in una condivisione totale”.

La riapertura della cripta sarà significativamente venerdì 31 ottobre, pochi giorni prima della Commemorazione dei defunti del 2 novembre.

“Non vediamo l’ora – sorride padre Udeckukwu Anthony Emeka, arciprete di Novara di Sicilia e profondamente radicato nella comunità – Abbiamo raccolto i fondi a lungo, aspettiamo di rivedere finalmente la nostra cripta e i nostri prelati. I fedeli mi fanno notare che dico spesso: wow! Il 31 ottobre lo dirò almeno tre volte”.