Il 6 dicembre 2025, è stata data notizia di un nuovo avviso da parte della Regione Siciliana per i “borghi”: “investimento della Regione Siciliana per favorire la rinascita dei borghi rurali: 37,2 milioni di euro per favorire la rinascita demografica dei borghi rurali delle aree interne della Sicilia”.
La manifestazione di interesse, sul sito dell’Ass.reg della Famiglia (ove non venga revocata come per altri bandi in questi giorni), è rivolta a 155 comuni delle 11 Aree Interne della Sicilia. Che dire? Siamo felici di questa ennesima iniziativa pur se, nella provincia di Messina, solo 29 comuni sui 108 ne potranno beneficiare. Tutti comuni dei Nebrodi dove ricade una delle 11 Aree della SNAI in Sicilia, dove esiste ed opera l’omonimo Parco Regionale Naturalistico e dove opera anche un GAL. Quindi territori che già beneficiano di altri strumenti di programmazione e di sviluppo sostenibile e su cui si potrebbe dire “piove sul bagnato”.
Ma, non è così. Le risorse non sono mai abbastanza per i piccoli comuni, pertanto che ben vengano, la notizia è bella e ci rende felici perché noi facciamo questo mestiere dal basso e possiamo capire la positività del risultato che ne verrà a favore dei comuni che ne beneficeranno.
“Però, con modestia, mi permetto di intervenire sull’argomento – spiega l’Arch. Roberto Sauerborn, Direttore GAL Tirrenico MMB – perché quello che qui mi preme rappresentare è che il territorio del nostro GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi, che ha parametri indicatori di invecchiamento e di spopolamento da “ultra” Aree Interne, sia rimasto, ahinoi, fuori dalle Strategie Nazionali delle Aree Interne caratterizzandolo (?) in più parti (cintura, periferiche, ecc.), quasi aree di risulta su cui non si saprebbe cosa fare.
In questa sede, non entriamo nel merito delle modalità adottate dal Governo per la individuazione delle AI rinviando l’argomento ad altra occasione e chiedendo supporto e condivisione anche alle professioni tecniche.
I comuni del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi, di cui 11 su 13 sotto i 5.000 abitanti e pertanto cosiddetti “PICCOLI COMUNI” non rientrano in alcuna Area Interna e pertanto non potranno beneficiare di questi fondi, anzi, non potranno nemmeno partecipare alla manifestazione di interesse pur se caratterizzati da parametri di cui alla tabella che segue:
Pertanto, un po’ di amarezza viene fuori, necessariamente. Perché, alla fine, il cosiddetto approccio bottom-up (dal basso verso l’alto), quello che si usa quando si vuole fare e parlare di sviluppo sostenibile di tipo partecipativo, quello nostro, quello dei GAL di tutta l’Europa che giornalmente ascoltano il territorio, fanno sondaggi, questionari per condividere le scelte con e del cittadino e che determinano una strategia che parte dai dettagli e dagli elementi base per costruire un quadro generale, continua a perdere nei confronti del metodo top-down (le decisioni dall’alto) che, quando nobile, inizia dal generale per poi scomporre nei dettagli.
Il bottom-up che viene usato in vari campi (management, programmazione, analisi finanziaria, design) per coinvolgere tutti i livelli, raccogliere feedback specifici e costruire sistemi complessi partendo da componenti semplici e verificabili, promuovendo l’innovazione e la partecipazione qui, in questo caso, per l’individuazione delle Aree Interne é stato vanificato privilegiando il top-down quello che dall’alto decide cosa si fa e senza dire il perché, punto.
Per quanto sopra e che i 12 borghi, dei nostri 13 comuni ricadenti nel nostro territorio GAL, rimarrebbero fuori dalla possibilità di partecipare alla manifestazione di interesse oggi pubblicata, un possibile in aiuto ai nostri comuni/borghi potrebbe già arrivare dal residuo della dotazione complessiva (pari € 48.243.645,00) della Priorità 5 del FSE, cioè il rimanente 15% e pari ad €6.567.166,05, che, come previsto “sarà assegnato dai rispettivi CdR, secondo modalità di riparto successivamente stabilite, alle coalizioni territoriali con un maggiore avanzamento di spesa in rapporto alla dotazione prevista o ad altri raggruppamenti territoriali Gruppi di azione locale (GAL)”.
Su questa possibilità, nei prossimi giorni, la Rete Rurale siciliana, costituita da 22 GAL, su input del GAL Tirrenico Mare Monti e Borghi e grazie alla condivisione del Presidente della stessa, ing. Roberto Barbagallo, sindaco di Acireale, proporrà formale richiesta all’AdG FSE e ci auguriamo che anche tutta la politica possa supportare tale richiesta.
Con l’auspicio, pertanto, che tutti assieme e con il GAL, quale strumento previsto per l’attuazione delle politiche di sviluppo sostenibile, si riesca a fare arrivare altre risorse su questo comprensorio, insistiamo e resistiamo con il metodo democratico del bottom-up, ascoltando i territori nel cercare di tradurre in azioni sostenibili le esigenze dei cittadini e dei soci con quelle poche risorse (meno del 5% della PAC regionale per il periodo 2021-2027), che viene destinata a tutti i GAL per la nuova Programmazione 2021/27 e che è poco meno del doppio del recente avviso per le nuove 11 aree interne della Sicilia”.




