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Tre arresti per truffa eseguiti alle prime ore della giornata di oggi nel barcellonese. L’operazione, denomintata “Ghost insurance” per le polizze assicurative fantasma, ha portato in carcere tre barcellonesi per truffa.

Nelle prime ore di stamattina, agenti della Polizia Stradale e militari della Stazione Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno proceduto all’arresto di tre persone in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Barcellona P.G., diretta dal Procuratore Capo Dr. Emanuele CRESCENTI.

Nell’ordinanza, i tre soggetti sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo di intermediazioni finanziarie, in campo assicurativo e finanziario e per avere emesso false polizze assicurative R.C.A. Si tratta di:

BENVEGNA Giuseppa, classe 76;
BENVEGNA Rosalia, classe 74;
CURRÒ Nino, classe 68.

L’Operazione denominata “GHOST INSURANCE”, proprio per le polizze fantasma, è stata sapientemente guidata dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto che, ricorrendo a personale del locale Distaccamento della Polizia Stradale e di militari della locale Stazione Carabinieri, ha consentito di smascherare un’organizzazione criminale che agiva secondo legalità soltanto in apparenza e che vedeva un buon radicamento sul territorio.

Nonostante già nel mese di marzo dello scorso anno gli arrestati fossero stati colpiti nella loro attività criminosa, attraverso il sequestro di un’agenzia assicurativa cui ancora oggi sono apposti i sigilli, decidevano lo stesso di proseguire nell’attività illegale, continuando a sottrarre denaro a proprietari di autovetture inconsapevoli del rischio che correvano e dei pericoli che avrebbero potuto procurare ad altri utenti della strada.

In alcuni casi, questi stessi proprietari dei veicoli sono stati anche destinatari di sanzioni per violazioni al codice della strada, poiché “scoperti” di polizza assicurativa con il relativo sequestro del veicolo.

Gli investigatori, dunque, a causa dei ripetuti episodi in cui venivano prodotti contrassegni e contratti assicurativi poi risultati falsi, hanno proseguito, approfondendo, le indagini assunte e coordinate dal Sostituto Procuratore Dr. Matteo DE MICHELI.

L’attività criminale veniva condotta principalmente presso un’agenzia assicurativa abusiva, poiché priva di requisiti ed autorizzazioni, “gestita” dalle due sorelle BENVEGNA per le quali, formalmente, figurava Nino CURRO’, titolare di agenzia assicurativa, con regolare iscrizione all’Albo degli Agenti assicurativi.

Questo il modus operandi degli arrastati di oggi: avvalendosi  di sofisticati sistemi informatici, redigvano e stampaano polizze assicurative false del tutto identiche, in ogni parte, a quelle originali rilasciate da diverse compagnie assicuratrici, che venivano vendute a prezzi concorrenziali ad ignari acquirenti, i quali erano erroneamente convinti di essere in regola.

L’operazione di oggi ha consentito di smantellare un’organizzazione criminale dedita all’illecito arricchimento, ripristinando, la legalità nella circolazione stradale.

La meticolosa e laboriosa attività d’indagine, coordinata dal Dr. DE MICHELI, ha scongiurato il protrarsi ed il ripetersi di tali condotte illecite che avrebbero, presumibilmente, procurato nocumento in occasione di eventuali sinistri stradali ove, le parti lese, non avrebbero ottenuto alcun risarcimento.

Numerosissimi sono stati i riscontri, sia attraverso le verifiche “su strada”, sia interpellando gli Uffici antifrode delle compagnie assicurative che figuravano sulle polizze, sia attraverso sequestri ed acquisizioni di documenti, nonché controlli incrociati in banche dati.

Dalle indagini è emerso un quadro preoccupante, sia per il capillare radicamento dell’associazione sul territorio, viste le centinaia di soggetti truffati, sia per il volume di “affari” realizzato.

Nel corso dell’operazione sono state effettuate perquisizioni nelle abitazioni e negli Uffici, acquisendo ulteriori documenti ed apparecchiature informatiche, da cui potranno evincersi ulteriori dati e notizie, utili agli investigatori. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.