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Riceviamo e pubblichiamo la ‘lettera aperta’ del noto esponente politico Carmelo Torre, ex consigliere provinciale, inviata ai cittadini per lanciare il suo messaggio sullo stato in cui versa la città del Longano, dichiarando la disponibilità a lavorare ‘insieme’ per un cambiamento.

“Tutta la mia vita, sul piano professionale e politico, è stata attraversata da un
interesse costante e profondo per il bene pubblico. Non sento il bisogno — e non lo
farei comunque — di ripercorrere tappa per tappa il mio cammino. Chi ha condiviso
pezzi di strada con me, chi ha collaborato, chi ha incrociato il mio lavoro da cittadino,
sa e, se vuole, ricorda.
Oggi sono in una fase della vita in cui potrei legittimamente fermarmi, respirare,
dedicarmi alla mia dimensione privata. Eppure c’è qualcosa che mi impedisce di farlo
con serenità: la condizione in cui versa la nostra città. L’abbandono, il disinteresse, la
sensazione che a nessuno importi più davvero. Tutto questo mi colpisce, mi fa male.
Lo dico senza enfasi, ma con verità: mi fa male come cittadino e, permettetemi,
come cristiano.
In questi mesi non ho nascosto la possibilità di rimettermi in gioco, di tornare a
lavorare, con discrezione ma con decisione, per costruire una nuova prospettiva di
bene comune. Ma una cosa la voglio dire con chiarezza: occorre l’ apporto di tutti
voi. Le scelte autentiche, quelle che cambiano le cose, devono essere condivise nel
profondo.
È necessario che chi ha questo stesso sentire, questo desiderio di restituire dignità e
visione alla nostra città, non si nasconda, ma scelga con chiarezza di esserci, di
esporsi, di mettersi in gioco, senza timidezze né tentennamenti e, soprattutto, senza
disperdere energie in ambiguità o calcoli personali.
Agosto è arrivato. Per molti è tempo di pausa, per altri si continua a lavorare. In
entrambi i casi, forse possiamo concederci un momento per riflettere su cosa
vogliamo per la nostra città, per i nostri figli, certo, ma prima ancora per noi stessi.
Se c’è una volontà vera, seria, di ricominciare insieme, io ci sono. Ma dev’essere un
insieme autentico. Senza ambiguità, senza egoismi. Uniti”.