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Giornata all’insegna della vicinanza e del cordoglio nella città del Longano. Si sono celebrati nel pomeriggio di oggi alle 15:30 nella Basilica di San Sebastiano di Barcellona i funerali di Venera Mazzeo, una delle vittime dell’esplosione del 20 novembre scorso alla fabbrica di fuochi artificiali della stessa città. Era la moglie del titolare Vito Costa.

È difficile accettare la morte, specie se sopraggiunge improvvisamente e tragicamente.

Riportiamo e pubblichiamo la utile riflessione sulla vita e la morte di Padre Alfonso Bruno della Parrocchia di San Rocco in Calderà.

“Il funerale aiuta l’accettazione del senso definitivo di una realtà da metabolizzare anche con il cuore oltre che con la mente.
Questo rito, in ogni cultura o religione esprime il primo sdoganamento di un evento inaccettabile con la partenza del defunto dalla prossimità fisica dei congiunti.
Il funerale spesso è anche un modo per riconoscere attraverso la solidarietà degli altri il vero valore dell’estinto e la qualità dell’amicizia e del rispetto coltivato da terze persone.
Il funerale, dunque, ha un valore anche per “chi resta” e non si esaurisce nel ricordo orante o nell’ultimo omaggio rituale all’estinto.
Il funerale è il luogo apicale della confluenza delle nostre emozioni, del nostro dolore nel quale la sofferenza senza veli e il pianto, aiutano a guarire.
La perenne ricerca dell’uomo del senso della vita riemerge durante il lutto sulla vita del defunto ma anche su se stessi.
La considerazione più alta va però riservata alla trascendenza che il funerale risveglia sull’eternità e sul modo di spendere il tempo che ci resta da vivere.
Per il cristiano il giorno della morte inaugura il compimento della sua nuova nascita cominciata con il Battesimo, la « somiglianza » definitiva all’« immagine del Figlio » conferita dall’unzione dello Spirito Santo e la partecipazione al banchetto del Regno anticipato nell’Eucaristia, anche se, per rivestire l’abito nuziale, ha ancora bisogno di ulteriori purificazioni.
La Chiesa che, come Madre, ha portato sacramentalmente nel suo seno il cristiano durante il suo pellegrinaggio terreno, lo accompagna al termine del suo cammino per rimetterlo « nelle mani del Padre ». Essa offre al Padre, in Cristo, il figlio della sua grazia e, nella speranza, consegna alla terra il seme del corpo che risusciterà nella gloria (cfr CCC 1683).
Con il saluto finale si riconosce la dipartita del defunto da questa vita e la sua separazione, ma anche l’esistenza di una comunione.
Con i morti infatti non siamo separati gli uni dagli altri poiché noi tutti percorriamo la medesima strada e ci ritroveremo nel medesimo luogo.
I funerali ci aiutano ad abbracciare la meraviglia della vita e della morte e ci ricordano che ogni singolo istante della nostra esistenza è prezioso proprio perché unico e irripetibile”.