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Si è conclusa con un lungo e caloroso applauso la serata del 6 dicembre 2025 al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), che ha ospitato Luca Ward con il suo one man show “Il talento di essere tutti e nessuno”, accolto da una platea numerosa e partecipe. Lo spettacolo – scritto e diretto da Luca Vecchi, con musiche di Jonis Bascir – ha confermato le attese della vigilia, rivelandosi un percorso artistico e umano di rara intensità.

Dall’inizio Ward ha impostato la performance su una metafora precisa e suggestiva, presentandosi come comandante di una traversata ideale: «Benvenuti a bordo… mare calmo, assenza di vento. Sarò il vostro comandante per il resto della serata».
Un’immagine che ha segnato l’intero sviluppo dello spettacolo, in cui il mare è divenuto simbolo di vita, memoria e trasformazione.

Il racconto biografico si è intrecciato con momenti poetici, passaggi ironici e riflessioni tecniche sul mestiere dell’attore e sul valore della voce, definita da Ward «una cosa incredibilmente meravigliosa».
Lo spettacolo ha alternato aneddoti professionali, confessioni personali e interventi improvvisati con il pubblico, chiamato a partecipare attivamente, anche salendo sul palco in più momenti.

Il filo conduttore – essere tutti e nessuno – ha offerto una lettura dell’artista come figura in continua trasformazione, come uomo e interprete capace di attraversare ruoli, vite e identità diverse, intrecciando così la propria biografia con una riflessione universale sull’identità e sul tempo.

Attraverso il racconto di momenti di vita, dell’infanzia, dei primi passi nel doppiaggio e delle inquietudini, l’artista ha condotto il pubblico in un percorso emotivo, culturale e poetico, sfiorando temi universali, tra cui il peso delle scelte. Le sue parole, spesso sospese tra confessione, ironia e teatro, hanno trasformato il palcoscenico in uno spazio intimo in cui la voce non è stata solo strumento tecnico, ma memoria, radice, appartenenza.
In più occasioni, il silenzio della sala – intenso, raccolto – ha sottolineato la capacità di Ward di portare lo spettatore “in mare aperto”, lì dove ogni storia personale diventa parte di un orizzonte più grande.

Ampio spazio è stato dedicato alla riflessione sul ruolo del teatro nei territori, una scelta dichiarata dallo stesso Ward durante la serata: «Ho voluto che questo spettacolo non toccasse le grandi città. Il teatro va riportato nelle province, soprattutto dove è in difficoltà. È un pronto soccorso, un luogo che cura».

L’artista ha inoltre rivolto al pubblico un invito alla tutela degli spazi culturali: «Regalate il teatro. Difendiamo un posto che appartiene a tutti».

In chiusura, Ward ha reso omaggio a uno dei momenti più iconici della sua carriera, il monologo di Massimo Decimo Meridio dal film Il Gladiatore, che continua a essere richiesto da spettatori di tutte le età: «Finché ci ho fiato, se qualcuno me la chiede, io la faccio. È un attestato di stima».
Il celebre passaggio “Al mio segnale, scatenate l’inferno!” ha suscitato una standing ovation, suggellando una serata di forte coinvolgimento emotivo.

Ward ha poi ringraziato il Teatro Mandanici, lo staff, i giornalisti presenti e il pubblico: «Qui mi sono messo un po’ a nudo» ha specificato.

Un saluto semplice, diretto, che ha restituito con chiarezza il senso dell’intera serata: un artista che sceglie di condividere, più che di mostrarsi, e un pubblico che accoglie, senza limitarsi soltanto ad assistere. Una conclusione che ha suggellato un incontro autentico, lasciando nel teatro la sensazione nitida di un meraviglioso viaggio compiuto insieme.