Nella tarda serata di ieri, la DIGOS di Messina – con l’ausilio delle Digos di Napoli, Bari e Varese – ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare detentiva in carcere, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina, su conforme richiesta della locale Procura Distrettuale, nei confronti di 3 soggetti, residenti, rispettivamente, 2 a Bari ed uno in provincia di Varese.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Messina, riguardano i fatti commessi durante la manifestazione “Carnevale No Ponte” svoltasi, previa rituale autorizzazione, a Messina il 1° marzo 2025, nel corso della quale sono stati registrati comportamenti violenti, trasmodanti la libera manifestazione del pensiero, verso il personale operante della Polizia di Stato, in una progressione criminosa culminata nell’aggressione di un sovrintendente della Polizia di Stato, dapprima, assalito dai manifestanti e, successivamente, mentre era a terra, colpito con calci da due soggetti (due dei tre odierni arrestati); soggetti travisati con costumi di carnevale, uno da “Scheletro” e l’altro da “Lucertola”, in violazione delle prescrizioni date dal Questore ai promotori della medesima manifestazione, durante la quale venivano registrati lanci di sassi, fumogeni, bottiglie di vetro e bombe carte all’indirizzo degli agenti di Polizia.
Anche un secondo agente della Polizia di Stato riportava lesioni ad opera del terzo indagato (oggi arrestato), in occasione delle operazioni tese alla identificazione dei manifestanti, a margine della stessa manifestazione.
La individuazione dei presunti responsabili dei contestati reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni gravissime, danneggiamento, deturpamento, minaccia, in concorso, con le aggravanti dell’uso di armi improprie e della loro consumazione in occasione di pubblica manifestazione è avvenuta anche sulla base di ricostruzioni incrociate di filmati e fotografie registrati durante la manifestazione del 1° marzo 2025, atteso il travisamento delle persone indagate; si tratta di un’indagine resa difficile dal danneggiamento di alcune telecamere di video-sorveglianza cittadina, in occasione della manifestazione.