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La  giornata di ieri è stata densa di appuntamenti tra istituzioni politiche e sanitarie, a livello cittadino e regionale, per approntare le misure necessarie per far fronte al coronavirus. Tra psicosi e prevenzione, sono state dettate le linee da seguire per scongiurare contagi e diffusione, oltre che per tranquillizzare la popolazione. Il presidente Musumeci ha detto che la Regione è pronta a gestire sia la fase della prevenzione, sia quella dell’emergenza. Che ancora non c’è, ma si rendono necessari controlli più capillari relativamente a cittadini italiani e stranieri giunti in Sicilia. Il sindaco De Luca ha elencato le azioni da mettere in campo e ha invitato la cittadinanza a non abbandonarsi ad un panico ingiustificato.

Le direttive diramate dal presidente della Regione Musumeci, dopo aver assunto tutte le informazioni necessarie, constano di questi punti:
1- Stop alle gite scolastiche da e per la Sicilia;
2- Individuati gli ospedali militari di Palermo e Messina per un’eventuale quarantena;
3- Sono stati allertati i reparti di infettivologia perché possano essere disponibili intanto 70 posti letto, ma non se ne escludono altri in aggiunta.
Nella riunione di ieri è anche stato sollevato il problema dei controlli aeroportuali: Musumeci auspica che siano più  capillari.
Anche a Messina le istituzioni politiche e sanitarie hanno condotto una serie di tavoli tecnici in coordinamento tra loro e la regione. Il sindaco De Luca, che dal canto suo ha elencato le azioni da mettere in campo, ha invitato altresì la cittadinanza a non lasciarsi andare al panico.
Intanto sarà imposto lo screening sanitario a coloro che provengono dalle regioni coinvolte dalla diffusione del coronavirus; lo screening sanitario riguarderà anche chi sbarca con i traghetti; vietate gite scolastiche.
De Luca ha ribadito che, al momento, non ci sono motivi particolari di allarme, ma soltanto di buone cautele.
Relativamente ai pronto soccorso, individuati come i primi punti cui fare riferimento,  tutto il personale di PTE e di 118 già è  preparato per applicare una prassi operativa, che consiste nell’invitare a contattare telefonicamente per chiedere informazioni prima di intasare gli ospedali senza che ci sia necessità di un giustificato approfondimento diagnostico, che in prima battuta sarà effettuato a domicilio. I presidi andranno contattati solo in presenza di sintomi sospetti.
Livia Di Vona