Dalla città del Longano a Berlino: Fabio Bucca torna a casa con una medaglia che racconta passione, sacrificio e rinascita. Giovane atleta barcellonese, ha completato la sua prima Berlin Marathon. Nei 42,195 km non ha portato con sé solo fatica e sudore, ma anche i valori della famiglia e dell’azienda di cui è parte, la Sicilcarne, storica macelleria e punto di riferimento del territorio.
«Non ho corso da solo – racconta – accanto a me c’era la mia famiglia e la mia terra. Ogni chilometro è stato un atto di gratitudine verso chi crede in me e verso il lavoro di generazioni che continua oggi nell’azienda, Sicilcarne, insieme a collaboratrici preziose».
La storia della famiglia Bucca non è stata facile. Estorsioni e intimidazioni hanno ferito l’attività e capovolto i legami affettivi, lasciando smarrimento e sfiducia nelle istituzioni. Eppure Fabio non si è fermato.
Da quella ferita è nata la voglia di reagire, con onestà e trasparenza. «La maratona è simbolo di questo cammino – spiega – non arrendersi, camminare a testa alta. Ai giovani dico: non lasciate che siano gli altri a decidere chi siete. Ascoltate i consigli giusti, ma costruite il vostro futuro».
Le sfide non riguardano solo l’esterno. La famiglia convive ogni giorno con la depressione del padre. In gara Fabio ha corso anche contro i propri fantasmi: errori, tensioni, conflitti.
«È dura – confessa – soprattutto quando chi ti ha trasmesso una passione sembra volerla spegnere. Ma accanto a me c’è sempre stata mia madre, una donna guerriera, bussola dell’amore familiare».
Lo stesso spirito lo porta in azienda. Sicilcarne affronta mercati incerti, inflazione e consumi in evoluzione. «Non è facile – dice – ma innovazione, radici e passione ci aiutano a trasformare le crisi in opportunità».
Dietro la medaglia c’è un impegno enorme: allenamenti all’alba e la sera, 1000 km percorsi seguendo le tabelle del MICAP, Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni.
«La disciplina e la resilienza sono state premiate sotto la Porta di Brandeburgo – racconta – il sorriso con la medaglia stretta tra i denti resterà il simbolo di questa impresa».
New York resta un sogno, ma Berlino è già una tappa fondamentale. «Nella corsa – spiega – ho imparato a resistere, a credere nei miei obiettivi. Lo stesso spirito lo porto in azienda: dedizione, qualità e passione. Come nello sport, ogni giorno è una sfida da vincere».
Ora lo attendono altre prove: la conclusione del astenuante percorso ITS, nuove gare e la laurea. Sogni ormai maturi e obiettivi da concretizzare. E soprattutto la responsabilità di guidare l’azienda familiare.
«Lavorare per i clienti oggi è servire il prossimo – afferma – ma le vere battaglie sono l’equilibrio, la sostenibilità e il rispetto dei lavoratori».
Il filo conduttore, però, non cambia: correre con il cuore, ricordando sempre da dove si è partiti e chi resta accanto.



