Altra importante iniziativa del Distretto D27 a supporto delle famiglie del comprensorio.
Il Comitato dei sindaci presieduto da Nino Caselli ha infatti approvato lo schema di regolamento per la costituzione del “Centro Affidi Distrettuale”, progetto che rappresenta un significativo ampliamento dell’offerta dei servizi socio-sanitari per i cittadini più vulnerabili. Il Centro Affidi non si limiterà alle tradizionali attività di affidamento, ma si configurerà come un punto di riferimento per l’affiancamento e il supporto di tutti quei genitori che possono trovarsi in situazioni di difficoltà temporanea o permanente. Una forma di aiuto che si realizzerà accogliendo nella propria casa e nella propria vita un bambino o un ragazzo, per il tempo necessario affinché la sua famiglia possa risolvere le sue difficoltà. L’accoglienza in famiglia permetterà infatti al bambino di essere accompagnato nella crescita ricevendo la vicinanza, il sostegno, le cure e l’affetto di cui necessita, mentre la sua famiglia viene supportata per superare i problemi che la coinvolgono. L’affido offre quindi una famiglia in più e non una famiglia al posto di un’altra. Accogliere un bambino in affido significa percorrere un tratto di strada insieme rispettando la sua storia individuale e familiare. L’obiettivo dell’affido è il ricongiungimento del bambino con la propria famiglia, pertanto, il mantenimento dei rapporti con il suo nucleo di origine e la temporaneità dell’accoglienza risultano essere le caratteristiche proprie di questo intervento. I servizi del Centro includeranno: la valutazione e l’accompagnamento delle famiglie affidatarie; il supporto psicosociale ai genitori in difficoltà, la mediazione familiare e il sostegno alla genitorialità, il coordinamento con i servizi sociali territoriali. La realizzazione di un affido verrà costruita in collaborazione con l’Asp e con la guida degli operatori specializzati del Distretto che accompagnano e sostengono l’intero percorso: dalla conoscenza/osservazione della famiglia disponibile all’affido; all’abbinamento della famiglia al minore segnalato; all’avvicinamento e conoscenza tra il bambino e la famiglia affidataria; alla elaborazione del progetto di affido contenente obiettivi e durata. Tutti possono offrire la propria disponibilità all’accoglienza familiare: famiglie con figli, coppie senza figli e persone singole. Non sono previsti dalla legge specifici requisiti oggettivi per essere affidatari (es. limiti di età, reddito, stato sociale) , ma risultano essenziali alcune caratteristiche: la disponibilità affettiva e la flessibilità necessarie per accogliere nella propria vita l’”Altro” con la sua storia senza la pretesa di cambiarlo; la consapevolezza della presenza e dell’importanza della famiglia di origine nella vita del bambino che si accoglie; il desiderio di aiutare offrendo affetto ed opportunità; la voglia di mettersi in gioco in un percorso da costruire insieme mano a mano.
“Un impegno condiviso per il comprensorio – ha detto l’assessore ai servizi sociali Natascia Fazzeri – che inizierà a stretto giro con il coinvolgimento diretto degli operatori sociali e delle associazioni del terzo settore presenti sul territorio. Un istituto che può funzionare se alle famiglie sarà chiara la differenza tra affido familiare e adozione e se c’è una rete di supporto fatta di specialisti che mette al centro il bambino senza lasciare sole le famiglie”.