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Al Taormina Film Festival tutti pazzi per Michael Douglas. L’attore premio Oscar e produttore, 80 anni, si è concesso ai fan, tra autografi e selfie sul red carpet, accompagnato dalla direttrice del festival, Tiziana Rocca. Douglas, che nel pomeriggio ha tenuto una masterclass, è la star della serata d’apertura della 71esima edizione del festival e riceverà il Taormina Excellence Achievement Award.

L’attore americano, è tra gli ospiti più attesi di quest’anno, omaggiato col premio alla carriera nella serata inaugurale al Teatro Antico. Intanto ha tenuto una Masterclass nella quale non ha perso occasione per affrontare le questioni politiche americane: “Mi rendo conto che molta della responsabilità del caos nel mondo viene dal mio Paese – ha detto -. Mi vergogno del mio Paese e mi scuso. Mi scuso e mi vergogno davanti ai miei amici, mi scuso con i vicini del Canada e Messico, ma anche con i Paesi dell’Unione Europea e della Nato”.

Douglas ha proseguito: “Sono nato nel 1944, alla fine della Seconda guerra mondiale, ma questo è il periodo peggiore che io ricordi nella mia vita”. Tra i temi toccati da Douglas, anche la corsa al riarmo: “Non sono felice nel vedere i bilanci militari salire ovunque, soprattutto nel mio Paese, che insiste nel chiedere agli altri di aumentare i propri”. Un passaggio anche sulle nuove tecnologie: “Mi è difficile capire, con tutta l’intelligenza e l’intelligenza artificiale che abbiamo oggi, come possiamo avere ancora così tante guerre e conflitti. È ridicolo”.

Douglas ha però anche ripercorso la sua carriera, toccando anche i momenti più difficili, come la malattia: “Pensavo che non avrei mai più lavorato. Ero vivo, ma svuotato. Il cinema mi ha salvato – ha detto l’attore ricordando il momento in cui ricevette la proposta di interpretare Liberace in Behind the Candelabra di Steven Soderbergh -. Ero felicissimo, poi Steven venne da me e disse che dovevamo aspettare un anno, perché aveva un altro film da girare. Anche Matt Damon aveva impegni. Ero distrutto: pensavo che il progetto sarebbe sfumato. Ma poi ho capito che volevano darmi tempo per rimettermi in forze. Ero troppo magro, non avevo energia. E invece di farmi sentire un problema, si assunsero loro la responsabilità. È stata una delle cose più generose che abbia mai vissuto”. Il film venne poi realizzato e fu un grande successo: “Girarlo fu meraviglioso. Ho sempre ammirato il coraggio di Matt Damon: per un protagonista come lui, interpretare quel ruolo non era scontato. Ma lo ha fatto con dignità e profondità. Per me è stata l’occasione per tornare alla vita, non solo alla recitazione”.

Tra i momenti ripercorsi da Douglas, anche la prima volta nel ruolo di produttore con quello che è oggi riconosciuto come un capolavoro della storia del cinema: “Non avevo mai pensato di fare il produttore – ha raccontato ripercorrendo la svolta della sua carriera con Qualcuno volò sul nido del cuculo, film che vinse cinque Oscar – Mio padre non riusciva a farlo produrre. Io l’avevo letto, e mi dissi: ‘Lascia che ci provi io’. E ha cambiato totalmente la mia vita”. Aneddoti e ricordi anche su un’altra pellicola culto, Basic Instinct: “Stavamo faticando a trovare l’attrice giusta, poi Paul Verhoeven mi mostrò l’audizione di Sharon Stone e fu uno shock. Lui è olandese, molto calvinista, e spaventava le attrici parlando subito di nudità. Ma Sharon fu fantastica. Ce l’abbiamo fatta. Ne sono orgoglioso”. L’attore si è poi lasciato andare a riflessioni sulla Hollywood di oggi: “È sempre più difficile diventare star – ha detto -. Non vogliono più promuoverle, perché costano troppo. Preferiscono puntare sull’intelligenza artificiale, sulla Cgi e sugli effetti visivi. E nemmeno i guadagni retroattivi, i cosiddetti ‘back-end’, esistono più, perché con lo streaming non conviene. I miei figli vogliono fare questo lavoro, ma il mondo è cambiato. Non ci sono più uffici casting. Ora ti chiedono un self-tape fatto con l’iPhone, lo mandi e raramente ricevi risposta. Non c’è contatto umano. È un lavoro solitario. E la disoccupazione nel nostro sindacato è al 90%. È durissimo”.

Altro momento di svolta nella sua carriera è stato l’ingresso nel MCU: “Volevo provare, ma è piu’ difficile di quanto sembri – ha detto riferendosi al lavoro fatto con la computer grafica -. Ti dicono: ‘Il razzo arriva da qui, il meteorite passa sopra di te’… e tu devi recitare come se fosse tutto reale, ma non c’è nulla. Ho imparato ad avere enorme rispetto per chi lavora così. E alla fine penso di aver fatto un buon lavoro”. Su intelligenza artificiale e diritti degli attori, Douglas ha mostrato tutta la sua preoccupazione: “Ho visto cosa è successo con i social media, ed è difficile credere che ora metteranno davvero dei limiti all’IA. È sconvolgente. È un altro mondo. Ho partecipato a una conferenza con esperti tech, e ci hanno detto: ‘Nei prossimi cinque anni non riconoscerete più questo pianeta’. Il potere dell’intelligenza artificiale e dei robot esploderà. Sta per succedere”. Douglas ha poi concluso con un invito a difendere i film in sala: “Spero che il cinema non diventi come l’opera o il balletto, riservato a pochi. Il cinema è stato il primo posto dove i ragazzi andavano da soli, dove si incontravano, dove si sognava. Con lo streaming si sta sempre a casa. Ma il cinema è un’altra cosa. È vita”.

Il Taormina Film Festival, che si apre il 10 giugno e si chiuderà il 14, è organizzato dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, direttamente promosso dall’Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo della Regione Siciliana, con il sostegno del MiC, Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e audiovisivo, con la direzione artistica di Tiziana Rocca. Tra gli ospiti più attesi, oltre a Michael Douglas, anche Catherine Deneuve e Martin Scorsese, che riceveranno entrambi il premio alla carriera. Madrina dell’edizione è Valeria Solarino. La giuria che assegnerà i Cariddi d’Oro è presieduta dall’attrice premio Oscar Da’Vine Joy Randolph, dalla costumista Sandy Powell, vincitrice di tre premi Oscar, dal vicepresidente di Variety Steven Gaydos, e dalle attrici italiane Ilenia Pastorelli e Alessandra Mastronardi.