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“Il Comune di Messina rischia di pagare un debito potenziale per cause in corso con ATO 3 e Messinambiente in liquidazione che va da un minimo di 36 milioni di euro, passando per 55 milioni fino a un massimo di 99 milioni! E la cosa non può di certo farci dormire sonni tranquilli!”

Con questa perentoria chiosa iniziale, il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, dopo aver chiesto ed ottenuto un’audizione in Commissione Bilancio tenutasi lunedì scorso con l’Amministrazione e con l’esperto legale del sindaco Basile, l’avv. Francesco Saija, in merito ai 19 milioni di euro che ATO 3 dovrà versare a Messinambiente, ci vuole vedere chiaro rispetto ad altri eventuali rischi di natura finanziaria che possono coinvolgere Palazzo Zanca e così, nelle prerogative della sua attività ispettiva, ha scoperto e analizzato un’altra grana giudiziaria in corso ben più pesante.

“Ma andiamo per ordine. Lo scorso anno il Tribunale di Palermo – ricorda Gioveni – ha condannato ATO 3 a versare 19 milioni di euro a Messinambiente in liquidazione per debiti da prestazioni; a quella sentenza di primo grado ATO 3 ha fatto appello, dove però vi è entrato incidentalmente anche il Comune di Messina essendo di entrambi all’epoca sostanzialmente socio unico detenendo il 99% delle quote, per cui, quanto meno potenzialmente, il Comune, in caso di soccombenza ed essendo appunto Messinambiente ormai fallita, potrebbe essere di fatto condannato a versare i 19 milioni di euro!

Accade anche, però – prosegue preoccupato il consigliere – che i curatori del fallimento della società Messinambiente il 5 febbraio 2024 citano in giudizio il Comune di Messina innanzi al Tribunale civile di Palermo “per richiedere il risarcimento danni, asseritamente patiti dalla massa dei creditori della Messinambiente SpA, per la lesione che sarebbe stata arrecata all’integrità del patrimonio sociale della società fallita”.

Quanto si richiede come risarcimento?

Ebbene, secondo quanto si evince dall’atto di citazione dell’avv. Parrinello nel suo lungo excursus in cui elenca tutti i vari passaggi negli anni che avrebbero determinato i crediti avanzati da Messinambiente – evidenzia l’esponente di FdI – si arriva ad una somma di circa 80 milioni di euro, dove vi sono compresi anche i 17,8 milioni di euro che il Consiglio Comunale approvò come debito fuori bilancio il 17 ottobre 2017 (ma mai liquidato!!!) frutto di un concordato preventivo rispetto all’originario debito di 29 milioni che la società aveva con l’Agenzia delle Entrate!

Cosa è accaduto intanto?

Che il CTU nel frattempo nominato dal Tribunale ha di fatto presentato una perizia dall’importo di 36 milioni di euro che presumibilmente dovrebbe essere accettata dal giudice, a meno che il legale incaricato dal Comune (l’avv. Santi Delia), valutando la possibile soccombenza dell’Ente, non transiga prima per una cifra inferiore ma che comunque dovrà essere certamente liquidata!

Ecco perché, a conti fatti – conclude Gioveni – grava come un macigno sui conti di Palazzo Zanca questa doppia causa in corso che rischia di determinare pesantemente le azioni amministrative future dell’esecutivo e dello stesso Consiglio Comunale che è chiamato a vigilare!

E il Civico Consesso – aggiunge a margine il capogruppo di FdI – lo farà già lunedì 10 novembre attraverso la Commissione Bilancio, convocata su mia richiesta solo sulla prima causa alla presenza del suo legale difensore, ma che a questo punto è evidente che sarà l’occasione propizia per chiarirci anche gli effetti di questo secondo procedimento che a mio avviso si sta rivelando ben più grave del primo!”