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Stefano Trimboli non sarà più  il segretario generale della Femca Cisl di Messina, per raggiunto limite di anni (12 anni). Ha lasciato la carica  durante un Consiglio Generale in cui si è guardato al futuro che verrà,  partendo da ciò che la segreteria della Federazione dei Chimici e Tessili della Cisl ha seminato negli ultimi anni sul territorio messinese.

Stefano Trimboli

Durante i lavori, il Consiglio, ha fatto richiesta formale alla segreteria nazionale della nomina di un reggente che chiuda le consultazioni già avviate , per poi giungere al più  presto alla elezione della nuova segreteria.

«Abbiamo concentrato l’attenzione e l’attività sindacale su alcuni fronti particolari – ha detto Stefano Trimboli – dallo stare sul territorio e dentro le strutture sindacali all’allargamento della base associativa con una nostra precisa identità sindacale. Oggi possiamo tranquillamente dire che questi obiettivi sono stati raggiunti e sono i punti di ripartenza dai quali, chi verrà dopo, potrà continuare a muovere il proprio lavoro, magari con lo stesso spirito e la stessa volontà che ci abbiamo messo noi».

In questi anni abbiamo esplorato tutti i comparti di nostra pertinenza presenti sul territorio – ha continuato Trimboli – la presenza della Femca si è consolidata sul territorio, ritagliandoci lo spazio della nostra identità. C’è comunque un grande lavoro davanti, il sindacato deve di domani deve abbracciare la modernità, abbandonando vecchi stereotipi, innovando e rinnovando la presenza dentro i luoghi di lavoro, che non può più limitarsi allo svolgimento del semplice ruolo del sindacalista che si oppone ai licenziamenti: è necessario ascoltare, senza pregiudizio, sia  lavoratori che datori di lavoro, comprendere la natura dei fenomeni che caratterizzano le loro azioni, le esigenze che pongono, i problemi che si generano dal loro agire; analizzare e studiare  a fondo le questioni per individuare soluzioni ben prima che il problema si manifesti con virulenza, quando poi non c’è più nulla da fare».

Per il segretario uscente, è fondamentale insistere sulla partecipazione. «Senza non c’è democrazia vera ma solo una parvenza di essa. E senza vera democrazia il lavoro e i lavoratori sono esposti al libero arbitrio di coloro che delle regole democratiche ne fanno un uso strumentale e le piegano al servizio del tornaconto politico o personale. Dobbiamo fare molta attenzione perché il rischio che ciò possa accadere è troppo grande. Questo è il testimone che vogliamo passare, quello della partecipazione massima, del ritrovarsi attorno un’idea, se non proprio di un ideale di vera democrazia».

A chiusura dei lavori, l’intervento di Franco Parisi, segretario generale della FEMCA Sicilia, che  ha ricordato come la FEMCA, dal nazionale ai territori, sia al momento soggetta ad un profondo rinnovamento che vede anche un processo di ringiovanimento dei propri dirigenti. «Con le nuove energie e l’esperienza consolidata che la federazione si porta dietro» ha proseguito Parisi «continueremo, insieme alla confederazione, ad incalzare i governi regionale e nazionale affinché sia finalmente affrontato il tema di un serio piano strategico sull’industria che punti al rilancio della produzione industriale attraverso una profonda innovazione, che renda le strutture produttive compatibili con i temi ambientali che il sindacato non intende eludere. «L’industria siciliana è una industria obsoleta e non al passo con i tempi» ha ricordato Parisi. «Sono necessari investimenti sugli impianti più vecchi ed è necessario che i nuovi insediamenti trovino terreno fertile nel recupero e nella ristrutturazione infrastrutturale delle aree industriali. Senza industria non esiste una regione o un Paese in grado di stare in piedi economicamente e competere con il resto dell’Europa e del Mondo».

Livia Di Vona