“”Il risanamento va avanti” dichiarano il sub commissario ed il comune di Messina. Ma a quale prezzo? Quello dell’esclusione e della mortificazione!! Dopo la vicenda dei fragili, declassificati ed esclusi, comunque confinati alla logica dello sbaraccamento per area o di porzioni di essa, scelta ad insindacabile giudizio dei signori dello sbaraccamento, ecco che un’altra perla si aggiunge al nuovo corso”, spiega in una nota Tonino Genovese, Responsabile Risanamento della Rete civica Partecipazione.
La denuncia delle 31 famiglie del rione Taormina, costretti ad accettare le abitazioni senza neanche vederle ma solo attraverso una visione planimetrica è emblematica.
Vergognosa ed incomprensibile. Scrive una pagina buia sul risanamento. Manifesta un pregiudizio di fondo. Riporta allo stigma sociale le famiglie che abitano in aree di risanamento. Negare il diritto di poter visionare gli appartamenti loro destinati e magari dare la possibilità di poter scegliere quello più consono alle esigenze ed alle attese delle famiglie è indegno di una società inclusiva. Si nega tutto ciò che è stato fatto negli ultimi anni. Si nega il processo di risanamento come fattore sociale, di coinvolgimento, partecipazione, emancipazione e riscatto. Non è questa la nostra Messina, non è questa la nostra visione. Non si costruisce futuro con la forza e la mancanza di rispetto e cittadinanza. Ci affianchiamo alle famiglie del rione Taormina e ne rivendichiamo ragioni e diritto. Invitiamo Comune e struttura Commissariale a rivedere le scelte operate e ritornare alle buone prassi degli anni appena trascorsi.
La casa è vita e non solo mattoni e burocrazia”.